«La cooperazione come antidoto alla crisi. Ecco i progetti per rilanciare il territorio»

Andrea Benini, presidente di Legacoop Fe, in vista del congresso

Andrea Benini, presidente di Legacoop Ferarra, ospite  nella redazione del nostro giornale (Businesspress)

Andrea Benini, presidente di Legacoop Ferarra, ospite nella redazione del nostro giornale (Businesspress)

Ferrara, 23 ottobre 2914 - OLTRE 150mila soci per 110 cooperative attive sul territorio provinciale. Sono questi i numeri di Legacoop Ferrara, che si prepara a celebrare il prossimo 7 novembre, al Teatro Venere, alla Casa del Popolo di Ravalle, il proprio 24° congresso provinciale.

Perché questo congresso anticipato rispetto ai tempi naturali?

«Perché — risponde il presidente di Legacoop Ferrara Andrea Benini, classe ’74, una laurea in Filosofia Teoretica e un passato da presidente Arci Ragazzi e della Cooperativa Sociale Camelot, ieri in visita al Carlino — è stato anticipato il congresso nazionale a causa delle dimissioni di Poletti, divenuto ministro. E poi perché possiamo aggiornare il mandato alla luce della mutata situazione nazionale e locale, condizionata dalla crisi. Il congresso, infatti, diventerà l’occasione per immaginare e progettare il futuro di questa provincia e della nostra associazione».

Quale il tema al centro del prossimo congresso?

«Sarà proprio il concetto stesso di cooperazione, che si trova ad affrontare un momento chiave della propria storia. La crisi ha infatti messo in luce la capacità del modello cooperativo, più di altri, di resistere soprattutto nei momenti di difficoltà. Fino al 2012, infatti, le cooperative ferraresi associate a Legacoop erano riuscite a mantenere salda l’occupazione, grazie ai risparmi operati negli anni. Purtroppo la durata della crisi ha fatto si che in diversi settori i patrimoni accumulati negli anni non bastino più a tutelare i lavoratori e a reggere le imprese. E’ necessario uno sforzo collettivo per ripensare e riprogettare il futuro».

Quali le iniziative concrete che metterete in campo?

«Il progetto ‘Cooperazione 2020’, attraverso cui le cooperative di Legacoop si propongono di studiare nuovi modelli di impresa capaci di raccogliere le sfide del nuovo millennio senza intaccare il proprio ‘Dna cooperativo’. L’obiettivo è connettere le cooperative del territorio con la progettualità nazionale ed europea».

Quali ricadute su Ferrara?

«Ci stiamo concentrando su alcuni progetti di carattere intersettoriale e settoriale. Uno di questi riguarda la filiera della molluschicoltura, con la cooperativa Copego, e prevede la creazione di canali diretti con Coop e Conad, una migliore organizzazione dei produttori e un miglioramento del sistema logistico».

Altri progetti?

«Le cooperative di comunità, sperimentate in altri luoghi, per mantenere nei piccoli paesi luoghi di servizio per la popolazione, siano essi commerciali, culturali o legati alla persona. Per attivare i diversi progetti sul territorio lavoriamo assieme alla cooperativa Casa del popolo ma abbiamo attivato anche diverse collaborazioni intersettoriali, ad esempio le cooperative sociali, di servizi e quelle di abitanti».

Leggevo che state avviando operazioni di ‘workers buyout’: di che si tratta?

«E’ un’operazione di acquisto di una società realizzato dai dipendenti dell’impresa stessa. È una tipologia di operazione diffusa soprattutto negli Stati Uniti che stiamo portando avanti assieme a banca Etica, finalizzata a asupportare i lavoratori di imprese che sono fallite affinchè possano costituirsio in cooperativa e acquistare o affittare un ramo d’azienda e quindi proseguire l’attività. Ci sono già casi avviati nei settori dei servizi collegati all’edilizia».