Ferrara, 3 febbraio 2010 - Il palo abbattuto, la pozza di sangue, il corpo ormai svuotato dell’ultimo soffio di vita. I soccorritori trovarono così Bruno Esteban Ribeiro Fernandez, brasiliano di 18 anni residente a Cento. Era stato lasciato agonizzante dagli amici, sull’asfalto gelido di via Pannonio, in una grigia notte di marzo dell’anno scorso. E per quell’abbandono agghiacciante ieri è stato il giorno delle condanne, emesse dal giudice Monica Bighetti: sette anni e dieci mesi con il rito abbreviato a Nicola Russo, 20 anni difeso dall’avvocato Silvia Baldassarre; patteggiamento a due anni (e dunque sarà evitato il carcere) per Joniel Fhala, anche lui ventenne.


A Russo il pubblico ministero (durante le indagini Barbara Cavallo, ieri in udienza Angela Scorza) contestava l’omicidio colposo ma anche la guida senza patente, la fuga, l’omissione di soccorso, la velocità eccessiva, il trasporto di un numero di persone superiore a quanto consentito in relazione al veicolo guidato e anche il furto di generi alimentari e del furgone con cui avvenne l’incidente costato la vita a Bruno. Più affievolita invece la posizione di Fhala, assistito dall’avvocato Gianni Ricciuti, cui si contestava il concorso nel furto e l’omessa assistenza.



La 'stangata' inflitta a Russo ha lasciato di stucco la difesa, anche perché il pm avevo chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi di carcere: "Sicuramente faremo appello — spiega l’avvocato Baldassarre —. La pena è elevatissima e vogliamo capire i ragionamenti che hanno portato il giudice a comminare una pena così pesante, molto superiore anche a quanto richiesto dal magistrato". Mentre Gianni Ricciuti spera che "il patteggiamento serva a Fhala per camminare sulla retta via". In questo caso non è possibile proporre appello anche perché la pena è stata applicata su richiesta delle parti (il pm aveva dato l’assenso).


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