Ferrara, 17 aprile 2010. Il suo cadavere, massacrato e carbonizzato, venne trovato un paio d’anni fa nel giorno di Pasquetta sull’argine del Po a Zocca.

Da viva era considerata solamente per il suo corpo, costretta a venderlo sulle strade a perfetti sconosciuti, di notte.

Da morta nessuno più l’ha reclamata, nemmeno la famiglia, senza soldi per riportarla in patria, in Romania.

Si chiamava Paula Burci, 19 anni, giovane prostituta uccisa e bruciata nella golena del Po da mani ancora sconosciute. Ma l’inchiesta sulla sua morte oggi sembra ad una svolta.

Schiava. Subito sul registro degli indagati comparvero i nomi di un idraulico 35enne di Villadose, e della sua fidanzata, una trentenne rumena oggi detenuta nel carcere di Bucarest.

Proprio grazie alla testimonianza di quest’ultima, polizia e carabinieri erano arrivati ad identificare Paula Burci ed era emerso che la povera diciannovenne si prostituiva in città e figurava nella schiera di «schiave» che facevano capo ad un giro internazionale organizzato fra l’Italia e la Romania.

L’ipotesi di polizia e carabinieri è che Paula sia stata prelevata dalla sua terra d’origine e portata in Italia con la promessa di un lavoro onesto. Ma una volta da noi, sfruttata e gettata sulla strada.

E’ accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere l’idraulico rodigino che ospitò Paula in casa, dove viveva insieme alla fidanzata rumena. Nei guai è finita anche quest’ultima che, secondo le accuse, obbligava la sua sottoposta a prostituirsi.

Nuovi indagati. E proprio nell’ambiente delle ‘squillo’, dove sarebbe maturato l’omicidio, che gli inquirenti stanno facendo pulizia per trovare le ultime prove. Un regolamento di conti? Soldi non versati agli sfruttatori? Questa la pista.

Ora però nuovi sviluppi, nuovi viaggi in Romania, nuove testimonianze. Secondo indiscrezioni gli indagati sarebbero saliti a quattro, gli ultimi due però non avrebbero partecipato materialmente all’omicidio ma avrebbero chiare responsabilità nell’aver costretto Paula alla strada.

Questa la nuova traccia seguita dagli investigatori — Mobile, Reparto operativo e Cc di Copparo coordinati dai pm Barbara Cavallo e Nicola Proto — ormai alle battute finali di questa intricata vicenda. Paula, molto presto, potrebbe avere giustizia.