Ferrara, 28 settembre 2010 - «LA MIA collezione di 3.900 opere, per un valore di oltre 50 milioni di euro, non resterà a Ferrara, dove l’ho proposta invano, ma andrà a Roma o Napoli». Lo ha detto Vittorio Sgarbi, ospite sabato alla cerimonia di assegnazione del Premio Estense al teatro Comunale di Ferrara.

Vittorio Sgarbi, perché questa decisione? «Ho dichiarato guerra a Montanelli nel 1982 dopo un pranzo a casa mia in cui mi disse che ero un bravissimo critico d’arte e che sarebbe stato felice di avermi come collaboratore del suo giornale. All’epoca non ero di destra, non lo sono mai stato, e trovai la cosa singolare ma lusinghiera, peccato che non se ne fece nulla, infatti non mi chiamò mai e pensare che non ero stato io a cercarlo e non gli avevo chiesto nulla».

Ma cosa c’entra con Ferrara e le sue opere d’arte? «C’entra eccome, perché è un po’ ciò che mi è successo con il sindaco Tagliani e la presidente della provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra; qualche mese fa sono venuti a casa mia insieme al mio vecchio amico Dario Franceschini (tra gli autori tra l’altro di mia sorella Elisabetta che è direttore editoriale della Bompiani); vedono i miei quadri e manifestano grande ammirazione dicendo che la mia collezione la vogliono portare a Ferrara. Dopo l’incontro comincia un periodo in cui parlano con mia sorella… ».

Dopo quattro mesi sua sorella viene accolta dalla presidente Zappaterra. Dove si è svolto l’incontro? «Davanti all’ascensore e le viene detto che il Castello ospita un museo didattico e che è già tutto occupato». 

Un Museo didattico?  «Nessuno rinuncerebbe a dei capolavori per un museo didattico che nessuno va a vedere, un museo che tra l’altro costa e non produce, contrariamente alle opere d’arte che valgono e producono, e a questo punto ho interrotto ogni dialogo».

Quali opere avrebbe concesso alla città? «Se avete guardato l’altro sera la puntata di Novecento, con Pippo Baudo ospite di mia mamma Rina a Ro per registrare la puntata, avrete notato probabilmente alle spalle dei miei genitori un capolavoro del Guercino che da solo vale oltre tre milioni di euro».

Tra i dipinti e le sculture, Sgarbi possiene due Lorenzo Lotto, un Tiziano, e poi Guercino, Cagnacci, Artemisia Gentileschi, Previati, Boldini, De Pisis, Minerbi, più un Niccolò dell’Arca «maestro di tutti i pittori ferraresi del Quattrocento» conclude Sgarbi, che già aveva lanciato il tema del «gran rifiuto» durante un convegno al Salone del Restauro a Ferrara Fiere. Poi l’affondo al Premio Estense dove rappresentava tra l’altro il ministro Bondi: Ferrara rinuncerà davvero ai suoi gioiello?