Ferrara, 28 ottobre 2010 - La socia più giovane, Sofia, ha appena... quattro mesi: nella saletta dell’associazione Nadiya, per la mamma c’è un mazzo di fiori e per la piccina, una pioggia di applausi e sorrisi. E’ una festa in piena regola, quella che idealmente raggruppa le rappresentanti di un vero esercito di lavoratrici dell’Est. Tra badanti, collaboratrici familiari e addette alle attività alla persona, sono ormai 5500 le ucraine, le moldave e le rumene (con alcune centinaia di donne polacche) che vivono e lavorano nel territorio provinciale.

Di queste, la gran parte ormai è pienamente regolarizzata: tra le 3600 e le 4200 unità, secondo le stime fornite ieri nel corso dell’incontro al quale ha preso parte il console ucraino Ruslan Fufalko, assieme al vicepresidente della Provincia Massimiliano Fiorillo ed all’assessore comunale ai Servizi sociali Chiara Sapigni.

Ufficialmente si trattava dell’inaugurazione della nuova sede dell’associazione Nadiya; recentemente ‘sfrattata’ dal Comune, che la ospitava in piazzetta San Nicolò, l’associazione ha aperto nuovi locali nel cortile della chiesa di Santo Stefano. Una sorta di base operativa per gli incontri anche a carattere culturale, per le consulenze sindacali e per le attività quotidiane, che vanno dai corsi di italiano a quello di computer. Un modo, quest’ultimo, per consentire alle donne dell’Est di mantenere attivi i collegamenti con le proprie famiglie nei paesi d’origine.

Ma la novità principale, anticipata ieri dal rappresentante del governo ucraino, è che Ferrara diventa una delle sedi italiane delle ‘missioni consolari’ (assieme a Genova, Venezia e poche altre città italiane). In pratica, già da oggi con i primi 24 appuntamenti fissati, lo stesso console sarà a Ferrara per verificare assieme alle badanti ed alle altre donne presenti nel territorio, problemi legati alla residenza, ai documenti, al ricongiungimento familiare ed ai mille aspetti della vita in lontananza. «Il mio compito è quello di snellire le due burocrazie — sorride Fufalko —, quella italiana e quella ucraina, mettendo in condizione le persone di risolvere situazioni personali non complicatissime ma che spesso creano loro grandi ansie».

A riprova dell’impegno, lo scorso 8 ottobre l’associazione Nadiya (che da sola associa circa 1800 iscritti) è stata inserita dal Ministero del Lavoro nell’elenco nazionale delle organizzazioni che operano a favore degli stranieri.