Ferrara, 14 dicembre 2010 - Numeri che mettono i brividi. Negli ultimi dieci anni, sono state 709 le persone morte sulle strade ferraresi. I feriti sono stati 21.150, mentre gli incidenti hanno raggiunto quota 15.645.
I progressi per cercare di tamponare questa tragica emergenza sono stati molti: nel 2000, secondo l’osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale, hanno perso la vita 86 persone. Nel 2009, il pallottoliere delle morti si è fermato a 39.

I costi sociali (ovvero le spese che la collettività deve sostenere a causa dei danni alle persone e alle cose in seguito agli incidenti), pur essendo diminuiti, restano altissimi. Quasi un quarto delle strade provinciali (220 chilometri su 885) supera i 100mila euro. «Anche se — fa notare l’ingegnere capo della Provincia — dal 2002 al 2009 su queste arterie siamo passati da 60 a 40 milioni di euro di costi sociali». Negli ultimo dieci anni il costo sociale medio complessivo è stato di 250 milioni di euro.

Dall’analisi dei dati, è emerso che la velocità è la causa presunta del 15% degli incidenti. «Nei casi in cui qualcuno perde la vita — precisa la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, a margine del convegno sulla sicurezza stradale di ieri, a cui hanno partecipato istituzioni e associazioni del territorio — la percentuale sale al 28%». Per quanto riguarda gli altri fattori, nel 22,7% dei casi la distrazione ha giocato un ruolo fondamentale. Nel 9,6% è stato un errore nell’attribuire il diritto di precedenza. L’alcool ha causato il 4,8% delle morti.

Il trend del 2009 sembra confermarsi anche nel 2010. Secondo i dati raccolti dal comitato per la sicurezza stradale Federico Paglierini, sono 39 le persone che quest’anno hanno perso la vita sulla strada.
Negli ultimi 8 anni, la diminuzione di mortalità si registra soprattutto tra i veicoli a quattro ruote, mentre tra gli utenti deboli (pedoni, ciclisti e motociclisti) l’andamento rimane altalenante e non si riscontra una significativa diminuzione. Per quanto riguarda i ‘centauri’ il fenomeno di mortalità è in crescita.

La maggior parte degli incidenti avviene lungo i rettilinei e nelle intersezioni. Proprio dove si può spingere di più sull’acceleratore, perché la strada non presenta curve, si verifica il maggio numero di incidenti con esito mortale. Nelle rotatorie, invece, il rischio è minimo. Dal 2002 al 2009 solo una persona ha perso la vita in una rotonda. Questo tipo di incrocio presenta solo 8 punti di conflitto (di cui nessuno frontale), contro i 32 di un’intersezione tradizionale.

Per quanto riguarda la natura degli incidenti, la maggiore percentuale di decessi si registra nelle fuoriuscite (34,6%). Lo scontro frontale o laterale ha portato alla morte nel 27,9% dei casi. Tra il 2002 e il 2009, oltre il 37% degli incidenti mortali si è verificato nei giorni feriali nelle fasce orarie comprese tra le 7 e 9 e tra le 17 e le 19.