Ferrara, 4 gennaio 2011 - Centotrenta (130) milioni di euro come richiesta danni all’Azienda ospedaliera Sant’Anna per una serie di ritardi e varianti progettuali nella querelle Cona. E’ il consorzio Prog.Este, che si è aggiudicato il mega appalto per la costruzione dell’ospedale ‘‘infinito’’, cominciato 20 anni fa e non ancora operativo, a presentare il maxi conto. L’atto di citazione (40 pagine) è stato depositato un paio di mesi fa dall’avvocato Fabio Dani, con la collaborazione dello studio Giuffrè di Roma, e il primo round della battaglia in sede civile è già stato fissato: 17 di febbraio. «Le imprese — spiega l’avvocato Dani — credo abbiano il diritto di lamentarsi anche perché da tempo c’è chi continua ad accusarle di aver fatto male i lavori per il nuovo ospedale».

Causa record. Tra poco più di un mese, dunque, le parti si troveranno per la prima volta a Palazzo di Giustizia per cominciare a discutere una causa che richiederà anni e anni per essere definita. Di cosa si tratta? Al centro di tutto vi sarebbero ritardi nei progetti, adozioni di nuove varianti, ritardi nei pagamenti e oneri del personale, ammortamento dei macchinari, viabilità d’accesso e tanto altro ancora. «Si tratta di una serie di questioni, — prosegue l’avvocato Dani — non c’è un unico punto nella controversia». Ma come si è arrivati ai 130 milioni? Presto spiegato. «Ci sono parametri per quantificarli — continua il legale del consorzio Prog.Este —. Le spese generali di un’impresa per i ritardi sono variabili tra il 10 e il 13% dell’importo dell’appalto in relazione al tempo».

E il Sant’Anna, in tutto questo? Da corso Giovecca parlano di «pretese senza giustificazione» e preparano le armi per il contrattacco. L’Azienda, nel corso della prima udienza, si costituirà e attraverso la domanda riconvenzionale chiederà a sua volta i danni al consorzio per una cifra che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere molto più alta di quella chiesta ai suoi danni. «Sarà una causa che andrà avanti molto a lungo — affermavano in serata dall’Azienda — e per essere definita serviranno perizie contabili».

Cinque Pm. Intanto, dopo l’interrogatorio del direttore del cantiere Carlo Melchiorri, settimana scorsa, sono attese le «chiacchierate» con gli inquirenti di altri indagati. Primo tra tutti l’ex direttore generale del Sant’Anna Riccardo Baldi. L’avvocato di quest’ultimo, nei giorni scorsi, confermava la notizia precisando però di non essere ancora a conoscenza della data. Cosa curiosa, e senza precedenti, è rappresentata dai cinque magistrati che porteranno avanti l’inchiesta (o solo una parte?) su Cona, che vede oltre 20 persone indagate a vario titolo per abuso d’ufficio, truffa, associazione per delinquere e turbativa d’asta. Il motivo? Se da via Mentessi nessuno fiata, fuori si sprecano indiscrezioni. Una di queste parlerebbe di semplici «motivi garantisti» dovuti al legame esistente tra uno degli indagati e un magistrato che lavora in un altro tribunale. Ma, lo ripetiamo, si tratta di semplici ipotesi che dalla Procura non hanno avuto nessun tipo di conferma. «Cinque magistrati per una sola inchiesta? — affermava sarcastico un legale — Non è mai successo nemmeno per le stragi di mafia. Un giorno ci spiegheranno i motivi...».