Ferrara, 12 gennaio 2011 - E' ben più che una voce quella riportata dal Corriere della Sera che parla di un’acquisizione di quote Vm da parte della Fiat. La società di Cento, infatti, sarebbe nel mirino di Marchionne da tempo e l’accordo potrebbe essere già nero su bianco, anche se dallo stabilimento centese non partono né smentite né conferme.

Tutta questa operazione viene a galla proprio nel momento in cui l’ad Marchionne si trova sotto il fuoco della Fiom per Mirafiori, ma attenzione: anche nel caso in cui avvenga questa acquisizione del 50% delle quote azionarie di Vm non si tratterebbe comunque di un ‘acquisto’ dell’azienda. I dipendenti Vm, insomma, non andrebbero a votare il famoso referendum. Nulla cambia, se non le quote azionarie.

Secondo il Corriere della Sera, la Fiat avrebbe siglato un contratto che le garantirebbe il 50% della Vm Motori. Il quotidiano milanese riporta l’indiscrezione che circola negli ambienti finanziari americani. Nulla è ancora stato reso ufficiale, ma l’accordo tra la Fiat e Penske (attuale proprietario della metà delle azioni dell’azienda) sarebbe già nero su bianco. Un patto che, come sottolinea il Corriere della Sera, permetterebbe al gruppo italiano di tornare ad essere partner di General Motors, cui appartiene l’altro 50% di Vm.

L’articolo ripercorre le tappe degli scambi azionari con al centro la società centese che dal 1947 sviluppa propulsori diesel di alta tecnologia. Si parte nel 1995 con l’acquisizione da parte di Detroit Diesel, poi cinque anni più tardi il passaggio a Daimler Chrysler e nel 2003 il passaggio del 50% a Penske. Nel 2007 Daimler ha chiuso ogni rapporto con Vm cedendo le altre sue quote a Penske, che a sua volta, vende la metà a General Motors. Attraverso la consociata Gm Powertrain Europe, la multinazionale di Detroit ha assunto di fatto il controllo della società centese.

«Lo scopo principale di questa acquisizione – scrive il Corriere della Sera – vedeva in primo piano lo studio e la produzione di un propulsore V6 diesel, di 2.9 litri, destinato all’Europa. Il motore oggi è installato sotto il cofano della Grand Cherokee e potrà essere sfornato in circa 440mila unità all’anno».

Quando sarà ufficializzato l’investimento di Torino nei motori diesel italiani della Vm, sottolinea il quotidiano, «verranno anche confermate le ricadute positive che l’unione di Fiat e Chrysler ha ottenuto sul sistema produttivo italiano».