Ferrara, 11 marzo 2011 - L’Associazione italiana sclerosi multipla apre un nuovo fronte di indagini sulla circolazione del sangue nelle vene cerebrali dei malati di sclerosi.  Oltre allo studio promosso dall’Aism con la sua Fondazione Fism per approfondire le controverse teorie dell’angiologo di Ferrara Paolo Zamboni sul legame fra sclerosi multipla e Ccsvi (insufficienza venosa cerebrospinale cronica), l’Associazione annuncia oggi l’avvio di una seconda ricerca che utilizza una tecnica di indagine innovativa.

Il nuovo studio finanziato dall’Aism coinvolge 80 pazienti in vari centri specialistici della Penisola, sotto la guida di Giovanni Malferrari dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, presidente della Sinv (Società italiana interdisciplinare neurovascolare). L’obiettivo del progetto - spiega l’Aism in una nota - è «rafforzare ulteriormente la base metodologica applicata all’ampio studio epidemiologico in corso di svolgimento da parte sull’incidenza della Ccsvi nella sclerosi multipla». Una ricerca condotta «su un campione di 2.000 persone (1.200 con sclerosi multipla, 400 sane e 400 con altre patologie)», ricorda l’Associazione, allo scopo di «indagare se la Ccsvi abbia o meno un’associazione epidemiologica con la sclerosi multipla, attraverso la valutazione sonologica dell’efflusso venoso cerebrale».

Il nuovo studio, già approvato dal Comitato etico dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, applica su una sottopopolazione di 20 pazienti un innovativo macchinario chiamato ‘Virtual Navigator’. Lo strumento va a indagare il sistema dei vasi sanguigni intracranici fondendo in tempo reale le immagini neurosonologiche e quelle neuroradiologiche. In altre parole, permette di confrontare i dati ottenuti con l’eco-doppler e quelli della risonanza magnetica.