Ferrara, 6 giugno 2011 - Il pg Miranda Bambace ha chiesto alla corte di confermare la condanna a tre anni e sei mesi inflitta in primo grado a tre anni e sei mesi nei confronti degli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, nel corso della requisitoria per il processo di appello per la morte di Federico Aldrovandi, il 18enne, che perse la vita il 25 settembre 2005 a Ferrara, durante un intervento di polizia.

Secondo il pg non vi sono, addirittura, le condizioni per concedere le attenuanti generiche, sia per il comportamento processuale sia per aver tentato di depistare e attenuare le proprie responsabilita’, poiche’ i quattro agenti nel ruolo di ufficiali di pubblica sicurezza devono garantire tutela e attenzione negli interventi. La stessa Bambace aveva affermato che nella morte del ragazzo vi e’ stata una forte incidenza dell’intervento della polizia.

Dopo la richiesta conclusiva del pg, e’ stato il turno dei difensori, nel pomeriggio, che hanno ribadito tutti insieme che la causa della morte non puo’ esser provata da una fotografia, quella letta dal professor Thiene del cuore del ragazzo sezionato, e cioe’ che il cuore fu compresso da un colpo che lo ha fermato. Non si puo’ comunque arrivare - la sintesi delle difese - ad una conclusione cosi’ certa come e’ avvenuto nella sentenza di primo grado.

Ma anche ammessa la tesi del professor Thiene, che ha appunto letto nella foto come causa della morte un unico colpo che ha prodotto un black-out al cuore, ha sottolineato Piercarlo Cipolotti, difensore della Segatto, la corte ci dica chi e’ stato dei quattro agenti l’autore di quel colpo. Il legale ha introdotto dunque la tesi della singola responsabilita’ mentre finora era stato attribuito ai quattro un comportamento in concorso durante l’intervento.

Poi gli altri difensori Trombini, Pini e Cardiello e Vecchi hanno ribadito le contraddizioni dei testimoni nella ricostruzione del fatto, degli amici che erano con lui la notte e la mattina della sua morte, i ribadito i dubbi sulla tesi del professor Thiene. L’avvocato Vecchi ha anche sottolineato la assoluta correttezza dell’operato dei 4 agenti, per aver usato manovre tecniche ancor piu’ lievi rispetto quelle consigliate dai manuali di polizia.
Venerdi’ prossimo, tocchera’ all’ultimo difensore, poi e’ attesa la sentenza.