Ferrara, 10 giugno 2011 - La corte d’Appello di Bologna ha confermato la pena sancita in primo grado dal tribunale di Ferrara del giudice Francesco Caruso per la morte di Federico Aldrovandi, il giovane morto dopo un controllo di polizia nel 2005. Il tribunale ferrarese aveva condannato i quattro poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri a tre anni e sei mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo. La difesa ha annunciato il ricorso in Cassazione. 

Anche Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, morto a Roma in ospedale dopo un arresto e una notte passata nell'aula di sicurezza del tribunale romano, e Lucia Uva, sorella di Giuseppe, anche lui morto a Varese in ospedale dopo una notte passata in una caserma dei carabinieri, dopo essere stato fermato, erano in aula a Bologna per la sentenza del processo d'appello per la morte di Federico Aldrovandi.

Per essere vicine ai genitori Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, hanno spiegato ai giornalisti: ''E' importante essere qui - ha detto Lucia Uva - perche' siamo tutti coinvolti nelle stesse tragedie, perche' siamo vicini a Patrizia e Lino che ci hanno dato la forza di denunciare quanto abbiamo subito. Ho saputo della morte di Federico alla televisione, da 'Un giorno in pretura', anni fa, e siccome sono le stesse vicende che ci accomunano, la mia, quella di Ilaria e degli Aldrovandi, siamo tutti uniti da questo dolore, perche' non si puo' morire a 18 anni, come Federico, quando si e' ancora un bambino, davanti a quattro persone violente: il loro compito era quello di far rispettare la legge non usando quella violenza''.

Poi ha ricordato la sua storia: ''E' la stessa storia di Giuseppe, entrato in una caserma e uscito su una barella, perche' non riuscivano a contenerlo in otto persone. Ci sono responsabilita' secondo noi in quello che gli e' successo, vogliamo arrivare ad una verita'. Se credo nella giustizia? Voglio crederci, lo voglio per dare valori giusti ai miei quattro figli, non voglio una giustizia che assolve sempre le forze dell'ordine''.

Anche Ilaria Cucchi ha ringraziato i genitori di Federico ''perche' sono stati loro, con il loro esempio, a darci la forza per intraprendere la strada giudiziaria che stiamo percorrendo. In questo processo, nel nostro e in tanti altri, dobbiamo lottare contro la solitudine, contro il non sapere cosa fare, e perche' alla fine siamo noi a sentirci sempre sotto accusa, noi e i nostri cari, morti non si sa. Purtroppo e' quello che e' successo anche nel processo per la morte di Stefano, cio' cui si assiste e' la volonta' di accusare le vittime perche' colpevoli di chissa' cosa, purtroppo i processi si ripetono sempre cosi', buttando fango su noi vittime, che tra mille difficolta' cerchiamo di andare avanti nella ricerca della verita'''.