Ferrara, 24 giugno 2011 - ROBERTO Franceschini, inventore italiano residente a Cardiff, in Galles ha depositato il brevetto per la ‘lavatrice a microonde’ il 3 gennaio 2007 alla Camera di Commercio di Rovigo. Pochi giorni fa, l’8 giugno 2011, si è pronunciato l’ufficio italiano brevetti e marchi di Roma: l’invenzione è stata riconosciuta come idonea.

«Un prototipo esiste già, e funziona alla grande – racconta Franceschini – ho un accordo di riservatezza con la nota azienda italiana che l’ha realizzato». Il nome è top secret.  Ma questa rivoluzionaria lavatrice sarà presto sul mercato? «Non credo – risponde – si sono messi in mezzo i produttori di detersivi, scatenerebbero una guerra. Operai, dirigenti, rappresentanti del settore rimarrebbero senza lavoro. Dagli scaffali dei supermercati sparirebbero file di prodotti.

Realizzarla non costa di più di una lavatrice classica». E secondo Franceschini ci sarebbe un «risparmio ecologico impressionante, ogni anno 40 chilogrammi di detersivo per persona non finirebbero più nelle fogne». Roberto Franceschini ha 60 anni, è nato a Padova e da poco più di cinque anni risiede nel Regno Unito, prima a Southampton, ora a Cardiff. È geometra ma è conosciuto da tutti come inventore.

Ma questa lavatrice a microonde come funziona? «Semplice, dentro la lavatrice si mette un generatore di microonde ad una determinata frequenza. Si scalda l’acqua e si genera un campo elettrico che si ripete per più di due miliardi di volte al secondo. Si produce un effetto di ‘scuotimento’ delle molecole d’acqua, ma anche di grassi e proteine, così lo sporco si stacca dai vestiti completamente senza bisogno dei tensioattivi presenti nei detersivi». Per un’invenzione non serve tanto tempo ad ascoltare Franceschini: «Questa è una di quelle che me ne ha richiesto di più, circa due o tre mesi di progetto. Gli uffici brevetti mi conoscono bene, a Padova, Rovigo, ormai anche in Irlanda porto decine e decine di brevetti. Aveva fatto bene Berlusconi a togliere la tassa sui brevetti, è un incentivo al moltiplicarsi delle invenzioni, io me ne sono andato nel Regno Unito. Prodi nel 2006 ha ripristinato la tassa perché c’era stato un picco di depositi ma è stata una scelta sbagliata».