Ferrara 4 luglio 2011 - FERRARA, la... capitale dell’amianto. E’ un imbarazzante primato, relativo alla presenza di condotte idriche in ‘fibrocemento’, quello che la nostra provincia conquista su scala regionale. A rivelare i dati, incalzato dal consigliere del Pdl Mauro Malaguti, è l’assessore alla Sanità Carlo Lusenti: fonte più che mai ufficiale, dati quanto mai allarmanti. A livello regionale, in base a dati che Lusenti per primo riferisce al 2008, Ferrara vanta ben il 50% di condutture idriche in ‘fibrocemento’, appunto un prodotto assimilabile all’amianto. Si tratta di un dato addirittura doppio rispetto alla media dell’Emilia Romagna (22,4%), ed oltretutto nettamente più elevato di tutte le altre città e province della regione; basti pensare che Ravenna, seconda nella (sgradevole) graduatoria, si attesta al 33,4% mentre tutte le altre gradualmente calano. Bologna e Modena sono appaiate sul podio con il 25,5% di reti idriche in amianto, Reggio Emilia è al 24% e si scende quindi al 15,4% di Rimini, al 13,8% di Parma ed al 13,3% di Forlì-Cesena. Ultima, e più virtuosa, è Piacenza che vanta appena lo 0,3% di condutture in ‘fibrocemento’. Un materiale che per legge, sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, non può più essere utilizzato nella realizzazione delle nuove tubazioni, «ma non è previsto anche l’obbligo di rimuovere o sostituire quelle esistenti».

MALGRADO questa situazione, oggettivamente inquietante sotto il profilo strutturale, non si segnalano problemi di salute per la collettività: «I gestori effettuano regolari monitoraggi — spiega Lusenti —, con prelievi di acqua potabile sui quali vengono svolte analisi specifiche di ricerca di eventuali fibre di amianto. Tali monitoraggi, negli anni, non hanno evidenziato situazioni di criticità, o di rilascio di fibre di amianto, per cui non è stata considerata prioritaria l’accelerazione del programma di sostituzione delle condotte». In assenza di un’emergenza sanitaria, perciò, gli interventi di miglioria della rete vengono demandati alla... sensibilità delle singole aziende; Hera, che tra l’altro garantisce l’effettuazione di controlli massicci sulla qualità dell’acqua, ha effettuato negli ultimi anni, nel Ferrarese, una mole imponente di investimenti proprio sul servizio idrico (oltre 11 milioni di euro nell’ultimo triennio, in base ai dati emersi di recente dal ‘Bilancio Sociale’). Perciò la situazione che vede oggi Ferrara in... maglia nera, potrebbe migliorare anche sotto il profilo impiantistico. Per scongiurare il rischio che, in caso di rotture o guasti nelle condutture, vengano disperse le micidiali fibre di cemento amianto nell’acqua.