Ferrara, 22 settembre 2011 - «QUESTA È un città in cui l’episodio Aldrovandi ha creato una sofferenza nelle relazioni tra società civile e polizia — scandiscono i vertiici romani della Polizia —: organizzare qui la nostra festa del patrono serve a sgomberare la nebbia in queste relazioni». Non ci sono dubbi, dunque, sul perché sia stata scelta Ferrara per la celebrazione di San Michele Arcangelo, il patrono della polizia, che viene festeggiato in ‘trasferta’ per il terzo anno. La celebrazione del 29 settembre è stata istituita per volontà del capo della Polizia, Antonio Manganelli, che non può naturalmente essere rimasto estraneo a questa decisione che ha un notevole peso politico. Certo, esistono anche altre considerazioni che sono state valutate prima di designare definitivamente Ferrara: dopo Trieste e Lecce, si voleva che le celebrazioni tornassero al nord e poi serviva un teatro coreografico e sufficientemente grande per contenere la cerimonia di premiazione che si vuole legata non tanto ad azioni di servizio, quanto all’alto valore umano e sociale dei poliziotti: azioni benemerite svolte dagli agenti fuori dal normale orario di servizio. Ma, certo, «l’episodio» Aldrovandi non può non avere avuto un peso deterimante nella decisione finale.

«E’ un messaggio di sensibilità, un segno tangibile per dimostrare che certe cose non vengono nascoste sotto il tappeto», fanno sapere da Roma. Gesti di riavvicinamento ci erano già stati, ma questo non lascia spazio a dubbi anche perché non è rivolto soltanto alla famiglia Aldrovandi, ma a tutta la città.

DOPO la messa per i caduti nella basilica di San Giorgio delle 18, la serata — che sarà poi trasmessa su Raiuno sabato 8 ottobre — si svolgerà al teatro Comunale e sarà presentata da Fabrizio Frizzi e Paola Saluzzi. Oltre a Manganelli, saranno presenti anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni e molti ospiti vip i cui nomi per ora non vengono rivelati, ma «che ci saranno e verranno tutti gratuitamente».