Ferrara, 23 settembre 2011 - «PARTIAMO in fretta, partiamo davvero. E lavoriamo velocemente per non perdere un euro di questi 145 milioni che in periodo di crisi sono una manna». Se ne parla da vent’anni. Marcella Zappaterra lo sa. E lo vuole rimarcare con forza: l’idrovia lungo il Po di Volano, quella che ormai sembrava una leggenda metropolitana, comincerà a prendere forma tra pochi giorni. I lavori cominceranno da Portogaribaldi e Valle Lepri, due lotti in contemporanea; e poi risaliranno il fiume per arrivare in città, entro il 2013 per risanare la Darsena, rendendola navigabile, pulita, dignitosa («l’idea è quella di trattarla come la Senna, come si fa nelle grandi città europee dove i fiumi sono una risorsa e non un problema»). E ancora, per districare il nodo di San Giorgio.

Riqualificazione e turismo. Queste le parole che ripeterà in continuazione la presidente della Provincia. Perché una virata, e grossa, c’è stata e riguarda proprio le finalità di questo maxi intervento. Non più trasporto merci. O almeno, non per ora. «L’adeguamento delle vie d’acqua alla navigazione dei natanti è stato abbassato alla classe europea V ridotta, la V (2.500 tonnellate) sarebbe stata troppo impattante per la città e per il paesaggio e difficilmente sostenibile». In più, ammette, ancora «non si è palesato l’interesse degli imprenditori, che vogliono toccare con mano prima di esporsi». Avanti dunque con la gigantesca operazione di chirurgia estetica per tutto il territorio ferrarese («se cominciamo, difficilmente ci taglieranno i fondi). L’entusiasmo della Zappaterra, poi, si traduce in numeri: «Ci saranno 57mila metri quadrati di sponde riqualificate a verde; 25 chilometri di piste ciclabili e pedonali nel tratto urbano e 120 fino al mare; 37 piazzole di approdo nel territorio comunale e 36 fino a Comacchio. E pensate se in ognuna si installeranno attività commerciali, bar, rimesse di biciclette, quale indotto si potrebbe creare... » Ma non è finita: «Altri 47 ettari di aree di rinaturalizzazione; 2 porti fluviali (uno a Ferrara e uno a Migliaro), un porto fluvio-marittimo a Comacchio-Portogaribaldi e 1.200 nuovi posti barca». Per questo, dice, facciamo l’idrovia. «Poi non escludiamo che in futuro diventi importante anche per il traffico commerciale». Si parte dallo sbocco sul mare, dunque; dall’allargamento del portocanale di Portogaribaldi e dal nuovo ponte di Valle Lepri (un lotto da 32,5 milioni di euro). «È un segnale. I lavori dureranno sei mesi, così per la prossima estate saranno pronti». Sicurezza idraulica («risolveremo la questione allagamenti e siccità»), nuove opportunità di rilancio («barche, bici, attività commerciali»), migliore qualità ambientale. «E chi dice che questi soldi si potevano spendere meglio, non sa che i fondi sono vincolati», ironizza. Bene. Parliamo degli svantaggi. «Non ce ne sono. Punto». Sorride. Raccoglie I-Pad, fogli e rendering. Uno sguardo alla cartina: «È così che puntiamo sulla nostra eccellenza: il turismo».