Ferrara, 2 ottobre 2011 - C’è anche una donna di cinquant’anni, residente a Copparo, tra i cinquantuno indagati per detenzione di materiale pedopornografico dalla procura distrettuale della Repubblica di Catania, che ha disposto perquisizioni domiciliari in 32 città italiane. L’indagine è partita seguendo gli accessi a un sito web tedesco (ora cancellato) e sono state compiute dal compartimento di polizia postale ‘Sicilia Orientale’, anche in collaborazione con quello ferrarese. I fatti risalgono al 2009, quando da un computer copparese, secondo l’accusa, furono effettuati due contatti nel giro dello stesso giorno, a distanza di pochi minuti, all’indirizzo del sito pedopornografico. Ed è proprio durante quelle connessioni che sarebbero state scaricate le disgustose immagini, che ritraevano minori protagonisti di atti sessuali.

Le indagini sono così partite sul territorio. Nel frattempo i titolari dell’utenza avevano cambiato residenza e annullato il contratto. Ma il computer era ancora lì, in uso al figlio maggiorenne, trovato nella sua camera da letto. All’interno delle perquisizioni informatiche sul pc, coordinate a livello nazionale dal procuratore aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto procuratore Antonella Barrera e condotte in collaborazione con le autorità tedesche e con il coordinamento del centro nazionale di contrasto della pedopornografia on line di Roma, non è stata però trovata traccia dei file. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, infatti, è possibile che il materiale sia stato solo scaricato (forse accidentalmente) e, poi, non salvato né archiviato nella memoria. Sia il ragazzo, sia la donna, infatti, dichiarano di non ricordare alcunché rispetto all’episodio. La cinquantenne madre del ragazzo, però, è stata comunque iscritta nel registro degli indagati in quanto titolare dell’utenza Adsl.