Ferrara, 17 ottobre 2011 - I ‘RIBELLI’ dei passi carrai non depongono le armi. E dopo i ricorsi al giudice di pace, caduti nel vuoto non perché sia stato riconosciuto il pieno diritto del Comune ma perché i magistrati hanno dichiarato la propria incompetenza in materia, ora promuovono una ‘class action’. Un’azione giudiziaria collettiva, traducendo l’espressione mutuata dall’esperienza anglosassone, «per porre fine a questa ingiusta imposizione». A parlare è Roberto Lissandrin, residente in via del Mandorlo (zona via Comacchio), dove in pratica quasi tutti i passi carrai sono a ‘raso’, ovvero «senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere visibili». Per questi manufatti, come spesso riportato negli ultimi due anni segnati dalle proteste e dalle polemiche dei cittadini nei confronti del Comune e dell’Ica (la società concessionaria della riscossione), sentenze della Cassazione hanno ribadito anche di recente che nulla è dovuto. «Ma a Ferrara invece bisogna pagare — prosegue Lissandrin, tra i promotori della raccolta di adesioni per l’azione legale —: si tratta di una vera e propria vessazione, un’ingiusta tassa che si aggiunge a quelle che i cittadini sono già tenuti a pagare».

TRA L’ALTRO la situazione del passo carraio di Lissandrin è decisamente particolare: «Non soltanto è a ‘raso’, ma nella strada in cui risiedo c’è un divieto di parcheggio con rimozione, valido 24 ore su 24 — prosegue il cittadino —; perciò come si fa a pretendere il pagamento del balzello quando lungo la via non si può neppure sostare con l’autovettura? Ed il mio caso è tutt’altro che isolato, anzi ritengo che ci siano centinaia di ferraresi nella stessa situazione, dai quali però Ica e Comune pretendono il pagamento». Dopo il vero e proprio rastrellamento di un paio d’anni fa, con oltre 3mila cartelle di accertamento, adesso stanno arrivando gli avvisi di pagamento per il 2011: «Non è ancora detta l’ultima parola — incalza Lissandrin, nella vita esperto informatico dell’Università —, l’Adiconsum sta procedendo con una vasta raccolta di firme per un’azione presso la giustizia ordinaria. Riteniamo che in caso di successo si potrebbe non solo cancellare l’obbligo di pagamento per i passi carrai a ‘raso’, ma anche ottenere un’ingiunzione di risarcimento nei confronti del Comune e dell’Ica per quanto ci siamo ritrovati a dover pagare dal 2009 in poi».

L’INVITO perciò è quello di contattare l’associazione dei consumatori collegata alla Cisl: oltre che negli uffici di corso Piave 70, ci si può rivolgere al numero telefonico 0532-777616 oppure spedire un messaggio di posta elettronica all’indirizzo mail adiconsum.ferrara@cisl.it: «Più saremo e più faremo valere i nostri diritti — conclude Lissandrin —, e per quanto riguarda le spese del ricorso vero e proprio, più numerose saranno le adesioni e minori saranno i costi per ciascun cittadino». Chiamato ora a pagare, anche per i contestati passi carrai a ‘raso’ (esentati dalla tassa in gran parte dei Comuni italiani), alcune decine di euro l’anno: l’obiettivo come detto è anche quello di ottenere la restituzione di quanto versato, e con gli interessi, da parte dell’amministrazione comunale e della società di riscossione.