Ferrara, 22 ottobre 2011- È NATA da Poggio Renatico la caduta del raìs Muammar Gheddafi. «L’innesco è Nato — ha confermato infatti il generale Mario Renzo Ottone, comandante della struttura militare poggese — in virtù della capacità di sorveglianza attiva e di intervento delle forze dell’alleanza». Ciò significa che proprio dalle sale bunker di via Cantone sono stati gestiti il sorvolo e il bombardamento del convoglio su cui il dittatore stava uscendo dalla sua città natale, per poi cadere preda dei rivoluzionari. «Si sono alzati in volo un intercettore Predator e due caccia — ha riferito il generale di squadra aerea — quando hanno centrato una parte dei veicoli la colonna si è spezzata e alcuni uomini, fra cui Gheddafi sono fuggiti».

TUTTA LA SCENA è rimbalzata sui monitor del personale interforze che si occupa della gestione tattica delle azioni aeree nei cieli libici. Gli uomini e le donne con le stellette hanno assistito alla scena: undici veicoli colpiti della colonna di settantacinque che stava cercando di lasciare Sirte a elevata velocità. Poi la confusione, i mezzi che si disperdono, il fuggi fuggi delle persone a bordo. Una di quelle era l’uomo più ricercato della Libia.
Il resto, la cattura e l’uccisione da parte dei ribelli, è già una pagina di storia. La Nato sostiene di non essere stata al corrente della presenza del dittatore: quei mezzi erano divenuti un bersaglio per la necessità di ridurre la minaccia nei confronti della popolazione civile, come richiesto dal mandato delle Nazioni Unite. La conferma, giunta in tempi successivi, della caduta dell’ex leader libico deve aver quindi acceso l’entusiasmo fra i militari dell’operazione Unified Protector, che hanno potuto pronunciare il «missione compiuta» di prassi.

IL RUOLO di primo piano della base poggese parte da lontano. Da quando, lo scorso 27 marzo è stata assegnata alla Nato l’attuazione della no-fly zone sui cieli libici: braccio operativo per la gestione della operazioni aeree il Caoc5 (Combined Air Operations Center Five). Dopo un paio di mesi è stata poi costituita una struttura dedicata: il Cfacc. Il Combined Forces Air Component Command, in stretto contatto con il Caoc5 e poggiato sul supporto logistico del Coa (Comando Operazioni Aeree) dell’Aeronautica Italiana, è guidato dal generale statunitense Ralph J. Jodice, proveniente da Izmir, in Turchia.

IN QUESTI sette mesi dalla penombra delle sale poggesi, non lontane dal centro abitato, si sono susseguite innumerevoli azioni. Nessuno forse avrebbe mai pensato che proprio giovedì una di esse avrebbe avuto un risultato tanto dirompente per la rivolta, che ha visto anche molti momenti di stallo. Adesso si attende di capire cosa accadrà. Sarà il Consiglio Atlantico a decidere se ci siano ancora i presupposti per continuare l’intervento militare. Sulla base di tale valutazione si potrà anche definire il ruolo che potrebbe giocare Poggio Renatico in uno scenario di progressivo disimpegno o di stabilizzazione della Libia. Di fatto i molti militari che in questi mesi si sono alternati, riempiendo gli alberghi ferraresi, stanno in parte già assottigliando le loro fila, consapevoli di aver contribuito a riscrivere il destino di un Paese.