Ferrara, 23 dicembre 2011- DOPPI RIMBORSI per partecipare alle sedute delle commissioni consiliari. Un’autocertificazione anagrafica sospetta, per ottenere rimborsi chilometrici maggiorati. Per 609 euro e 5 centesimi, il capogruppo di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi rischia l’esclusione dal Consiglio comunale, e forse anche conseguenze penali: ieri infatti il sindaco Tiziano Tagliani ha trasmesso come atto dovuto alla Procura il dossier del Partito Democratico, che al termine di una vera e propria investigazione ha denunciato l’accaduto.

IL DETECTIVE è stato Francesco Portaluppi, che da mesi ha raccolto (attraverso l’accesso agli atti) documenti, moduli di rimborso spese, certificati anagrafici: «Il 24 settembre 2009 in Comune si è tenuta una seduta di commissione alle 15.30, terminata alle 17 — spiega Portaluppi —; alle 18 è iniziata una seconda riunione». Tavolazzi ha dichiarato, svela Portaluppi, «due viaggi andata-ritorno dalla sua residenza di Francolino al Muninicipio, percependo così un rimborso doppio della spesa effettivamente necessaria». Lo stesso è accaduto il 17 marzo 2010: «Al termine di una riunione della Commissione Statuto — prosegue il ‘detective’ del Pd —, i consiglieri erano invitati ad una visita di cortesia, ovviamente gratuita, ad una mostra a Palazzo dei Diamanti». Anche in quella circostanza «Tavolazzi ha dichiarato due viaggi andata-ritorno, percependo un doppio rimborso fra l’altro per un’iniziativa non di carattere istituzionale». Terzo analogo episodio il 26 ottobre del 2010: all’epoca, incalza l’esponente del Partito Democratico, «Tavolazzi risiedeva già, come emerge dai certificati dell’Anagrafe — dice Portaluppi esibendo il documento —, in via Calcagnini a non più di 500 metri in linea d’aria dal Municipio. Eppure ha continuato a chiedere il pagamento dei rimborsi che spettano a chi abita fuori città, dichiarando di risiedere a Francolino in via Calzolai».

CALCOLANDO perciò le somme effettivamente pagate dal Comune al capogruppo civico dall’ottobre dello scorso anno, si arriva ad un totale di 609,05 euro che per il capogruppo del Partito Democratico Simone Merli «non sono dovute: si tratta di un fatto politico molto grave, che prefigura un possibile illecito contabile o addirittura un reato contro la pubblica amministrazione. Perciò il sindaco ha subito trasmesso gli atti alla Procura». Intanto il Pd chiede che Tavolazzi si dimetta: «Per coerenza con la serietà delle istanze che il Movimento 5Stelle porta avanti, fustigando gli sprechi della politica ed i privilegi della casta — sorride sornione Merli —, Tavolazzi deve dimettersi: qui non c’entra maggioranza o opposizione, si tratta di un atteggiamento che smentisce le sue stesse ripetute sferzate. Anche stamattina in Consiglio ci ha dato dei buffoni, ed ha detto che mettiamo le mani in tasca a lavoratori e pensionati. Peccato che poi i soldi che tiriamo fuori, lui li chiede sotto forma di rimborsi».