Ferrara, 23 dicembre 2011 -  PER SCOPRIRE i rimborsi illeciti del ‘grillino’, i consiglieri comunali si trasformano in pedinatori. Pardon, in Pd-natori: quelli che seguendo in bicicletta, di notte, il fustigatore della casta, hanno accertato che l’abitazione in cui risiede il rivale politico non è quella, ben più lontana dal Comune, per cui chiede i rimborsi chilometrici.

ANCHE per sedute talmente ravvicinate da non consentire nessun spostamento dal municipio e, addirittura, per visite gratuite alle mostre. Così ieri è scattata la denuncia, con tanto di documentazione e atti trasmessi alla Procura della Repubblica, a carico del ‘grillino’ Valentino Tavolazzi. Lui è il capogruppo della lista civica che porta il suo nome, ma soprattutto è tra i principali referenti del comico genovese nella lotta ai privilegi della casta.

IN BALLO per la verità, ci sono che pochi spiccioli, appena 609 euro negli ultimi tre anni, ma tanto è bastato per far gridare allo scandalo: proprio perchè in questa legislatura ed anche al fianco di Beppe Grillo, proprio in piazza a Ferrara, Tavolazzi ha picchiato duro contro i privilegi di sindaco e assessori, contro gli sprechi della sanità.
Nei mesi scorsi, dopo aver promosso un referendum popolare per mantenere l’ospedale in città, aveva portato al presidente della Regione Vasco Errani oltre 20mila firme dei ferraresi; per quel viaggio da Ferrara a Bologna, però, non risultano moduli di rimborso.

PER TUTTO il resto invece il Pd grida allo scandalo: «Non più tardi di due giorni fa Tavolazzi ci ha dato dei buffoni in Consiglio comunale, accusandoci di aver buttato milioni di euro al vento», afferma piccato il capogruppo Simone Merli. Che invoca, anzi pretende le immediate dimissioni di Tavolazzi; così come nel 2002 l’ex sindaco Gaetano Sateriale lo aveva clamorosamente licenziato dalla carica di direttore generale del Comune.

UN DIVORZIO traumatico, clamoroso, seguito da un maxi risarcimento a favore di Tavolazzi: quasi 500mila euro, comunque previsti dal contratto. Soldi serviti anche a finanziare la sua incalzante battaglia politica: dalla centrale a turbogas all’inceneritore, dall’ospedale ai debiti del Comune, senza mai risparmiare asprezze e gogna agli amministratori estensi.

«I FORCONI sotto lo Scalone del Municipio sono il meno che dovrebbe attendersi il sindaco Tagliani!»: in tanti ricordano la ruvida sferzata dello scorso 27 settembre. Ma i Pd-natori erano già entrati in azione, dopo che in una notte di nebbia lo avevano visto salire sul sellino e pedalare verso una viuzza a poche centinaia di metri dal palazzo. L’indagine è partita così, ed anche i nomi dei ‘detective’ di partito (Portaluppi, Tafuro, Merli) sembrano usciti dalle pagine di Guareschi. E ieri sono emersi moduli, certificati di residenza, verbali di riunioni. E così pure le note di quei rimborsi con cui, anche in un’epoca di crisi nessuno può certo arricchirsi, ma che per un ‘grillino’ duro e puro rischiano di rappresentare un marchio d’infamia indelebile.