Questa notte non riuscivo a prendere sonno. Mi tornava sempre in mente la telefonata di don Bedin: «Ciao Raf, purtroppo devo darti una brutta notizia; hanno trovato un uomo morto dal freddo in una casa abbandonata dalle parti del Barco. Pare sia un uomo dell’età di 55/56 anni di nome Nicu. Lo conosci?». Sul momento ho cercato di fare uno sforzo di memoria, ma è stata così tanta la gente transitata da noi che mi sembrava impossibile capire di chi si trattasse. Subito dopo, la notizia comincia a far male come un duro rimprovero.

Eppure abbiamo accolto quanta più gente possibile andando oltre le nostre capacità; dall’1 al 7 febbraio abbiamo accolto 22 italiani e immigrati tra cui una famiglia romena con a seguito 2 bimbi di 3 e 5 anni, una media di tre persone al giorno. Abbiamo messo a disposizione divani, letti a castello, abbiamo dato voce in mensa per chi dormiva fuori, lo stesso don Bedin si è recato in stazione, abbiamo dato l’allarme sui principali giornali locali invitando a chi volesse di organizzarsi per l’accoglienza, ma evidentemente tutto ciò non è bastato. Purtroppo si muore di freddo anche dopo 2000 anni di cristianesimo e di battaglie civili per i diritti umani. Andremo avanti nell’accoglienza finché si può sia dal punto di vista delle risorse strutturali che economiche.

A questo punto vorrei lanciare un appello alla cittadinanza: sarebbe utile se avessimo a disposizione soprattutto altre coperte, lenzuola, federe, cuscini, asciugamani, prodotti per l’igiene, insomma tutto ciò che serve per l’accoglienza. Il tutto può essere portato sia nella sede operativa di Ferrara in via Mambro, 88 e sia presso la mensa della Rivana.
*Coordinatore