Ferrara, 20 giugno 2012 - Tre inchieste, 28 indagati. La procura di Ferrara è al lavoro per individuare le eventuali responsabilità nei crolli delle fabbriche in cui hanno perso la vita quattro operai, dopo la scossa del 20 maggio. E proprio in queste ore i due pubblici ministeri (Nicola Proto e Ciro Alberto Savino) stanno perfezionando le loro indagini.

I primi otto avvisi di garanzia, nel fascicolo sulla Ursa — l’azienda di prodotti per l’isolamento, dove è morto il marocchino di 29 anni Tarik Naouch, colpito da una trave al momento del crollo del capannone e di un silos esterno — sono stati consegnati a Franco Mantero, presidente dell’ordine degli ingegneri di Ferrara (difeso dall’avvocato Caniato), Christian Alexandre Michel (avvocati Mazzacuva e Quintana), Simone Marescotti (avvocato Mazzacuva), Anton Guido Pieri (Gionchetti), Pierantonio Cerini (avvocato Taffi di Arezzo), Mauro Monti, ingegnere capo della Provincia di Ferrara e collaudatore della Ursa (avvocato Valgimigli), Simonello Marchesini (avvocato Annetta) e Dante Dall’Olio (avvocato Girani di Imola).


«È un atto dovuto — spiegava il procuratore reggente Nicola Proto, titolare dell’inchiesta — necessario per avviare le indagini tecniche. La fabbrica è stata sequestrata, stiamo ancora conducendo i controlli». Gli indagati, tutti per omicidio colposo, sono le persone che hanno avuto contatti a vario titolo con l’azienda. Due i filoni principali: uno riguarda il rispetto delle normative di antinfortunistica contenute nella legge 626, l’altro la ricostruzione delle dinamiche del crollo del capannone.


Le altre due inchieste legate al terremoto (coordinate dal pm Savino) riguardano le due aziende in cui sono morti gli altri tre lavoratori: nella Ceramica Sant’Agostino hanno perso la vita Leonardo Ansaloni, di 51 anni e Nicola Cavicchi, 35; alla fonderia Tecopress di Dosso, invece, è morto Gerardo Cesaro, operaio di 59 anni. Le altre 20 informazioni di garanzia verranno consegnate a breve.


Lunedì, intanto, verrà conferito l’incarico sugli accertamenti tecnici al consulente della procura, l’ingegner Claudio Comastri. A lui verranno consegnati i quesiti sui tre capannoni crollati: gli atti verranno eseguiti in contraddittorio, con le garanzie alla difesa. La procura vuole così accertare le esatte cause dei crolli, se siano state rispettate le norme antisismiche, la sicurezza sul posto di lavoro e le norme per l’evacuazione e gli spazi di fuga. Uno degli obiettivi principali è quello di procedere al più presto al dissequestro dei capannoni e allo sgombero delle macerie per far ripartire le fabbriche che occupano quasi 800 lavoratori.