Ferrara, 6 agosto 2012 - Inizia ufficialmente oggi, con il reclutamento dei primi due pazienti (entrambi ferraresi ma che fanno riferimento al centro di Neurologia dell'Ospedale Bellaria di Bologna), la sperimentazione del metodo Zamboni sulla Ccsvi, l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale che incide sulle condizioni dei malati di sclerosi multipla; al buon esito della ricerca si legano le speranze di migliaia di pazienti, e l'importanza dello studio è testimoniata anche dall'investimento della Regione di oltre 2 milioni di euro necessari a sostenere tutte le attività scientifiche.

Saranno complessivamente 687 i malati, in tutta Italia, che verranno sottoposti a valutazioni sia di carattere medico che ad analisi di tipo funzionale: 60 quelli che affluiranno all'ospedale di Cona, gli altri saranno sottoposti ad analoghi test negli altri centri (quattordici al momento sui 19 che avevano presentato richiesta di adesione) situati nel resto del Paese. I risultati sono attesi fra circa due anni: "Si tratta della sperimentazione più complessa e ampia mai effettuata su questa malattia", sottolinea Zamboni che verrà supportato a Cona anche dai radiologi interventisti e dai neuroradiologi dell'arcispedale Sant'Anna.

Non ha aderito invece il reparto di Neurologia, e ciò ha comportato l'esclusione di tanti malati ferraresi di sclerosi multipla (di questa malattia soffrono nella sola provincia oltre mille persone) che speravano di essere ammessi alla ricerca. "Ma se i risultati saranno buoni come speriamo, tutti potranno poi goderne" dice il direttore generare dell'azienda sanitaria Gabriele Rinaldi.
 

Stefano Lolli