Ferrara, 6 settembre 2012 - La vicenda di Riccardo Rasman, per la quale oggi la Cassazione ha messo la parola fine convalidando le condanne a sei mesi (sospese con la condizionale) ai tre agenti di polizia, e quella di Federico Aldrovandi, lo studente ferrarese ucciso nel 2005 da quattro agenti, hanno avuto dinamiche simili.

“Un altro passo in avanti per la giustizia. Un po’ di luce si sta aprendo e non solo per Federico”, commenta all’Adnkronos Lino Aldrovandi, il padre dello studente ucciso sette anni fa.

Anche nel caso di Aldrovandi, la Cassazione - lo scorso 21 giugno - ha reso definitiva le condanne (3 anni e 6 mesi) per i 4 poliziotti che intervennero. Il padre di Federico rivive un po’ quella giornata con la decisione sul caso Rasman. “Un caso pazzesco - afferma -. Una vicenda assolutamente gestibile senza ricorrere a tanta violenza per la quale oggi e’ arrivata un po’ di giustizia nonostante le condanne miti”.


Il padre di Federico Aldrovandi continua la sua battaglia: “Siamo in attesa che il tribunale, dopo le condanne definitive della Cassazione agli agenti, si pronunci sul residuo di pena che dovranno scontare. Entro settembre dovrebbero esserci riscontri. Speriamo che le istituzioni facciano il loro dovere. Un segnale comunque e’ arrivato anche oggi dalla giustizia. Perche’ non c’e’ solo Federico. C’e’ bisogno di giustizia per tante altre vite massacrate: penso a Stefano Cucchi e a Giuseppe Uva. Lo Stato non puo’ stare alla finestra”.