Ferrara, 14 settembre 2012 - «Dottore, ma perché mi sta operando al fianco sinistro?». Anche sotto anestesia, la signora Fausta era lucidissima; il chirurgo, impegnato ad applicarle la proteso all’anca, aveva sbagliato gamba. E forse solo l’avvertimento della paziente, all’inizio persino titubante a chiedergli se non fosse incorso in un errore, ha evitato lesioni ancora più pesanti.

Fausta Bortolotti, 72 anni di Voghiera, è la malcapitata protagonista di questa vicenda di malasanità; nel giugno 2010 è stata ricoverata al Sant’Anna per l’intervento di protesi all’anca. Quella destra. Peccato che erroneamente le sia stata praticata una profonda incisione — tale da recidere le fasce muscolari e arrivare quasi all’osso — sulla gamba opposta.

La donna, pur non sentendo dolore per effetto dell’anestesia spinale, si è resa conto che qualcosa non andava ed ha in pratica fermato il chirurgo. L’ortopedico, riconosciuto l’errore, ha subito rimediato ed in seguito si è ripetutamente scusato. Ma intanto il danno era fatto, e la donna, superato l’evidente sconcerto e soprattutto dopo essersi ristabilita, ha deciso di chiedere un risarcimento danni all’ospedale cittadino, patrocinata in questa sua rivendicazione dall’avvocato Antonio Boldrini.

Sono passati in pratica due anni, dal giorno dell’intervento maldestro (pardon, malsinistro); solo a fine giugno, l’Azienda Ospedaliera ha inviato alla donna — cui nel frattempo è stata riconosciuta anche un’invalidità parziale, a causa dell’errore in sala operatoria — la proposta formale di risarcimento. Appena 2500 euro.

«Un’offerta tutt’altro che congrua, visto l’accaduto», la lapidaria risposta della donna e del legale che hanno chiesto alla direzione del Sant’Anna di aumentare la cifra; non per speculare sulla somma in denaro, spiega l’avvocato, ma proprio per le conseguenze patite dalla signora Fausta che fra l’altro non ha neppure sporto denuncia nei confronti del chirurgo e dell’azienda ospedaliera.

C’è stato un tentativo di mediazione, ma dal Sant’Anna non si è presentato nessuno; ed ora sembra essersi innescato un rimpallo tra l’assicurazione personale del medico, quella dell’azienda, i periti delle compagnie. Fausta è ancora perplessa, come quando sul lettino vedeva il chirurgo affaccendarsi sulla gamba sbagliata. Ma soprattutto non si fida più. Al punto che quando il marito, qualche tempo fa, è andato all’ospedale per un intervento ad un occhio, ha preso una penna e gli ha fatto una croce bella evidente sotto quello che doveva essere operato.

di Stefano Lolli