Ferrara, 2 novembre 2012 - DUE pagine scritte a mano per esternare il suo immenso dolore che giorno dopo giorno lo stava divorando. Due pagine per dire alla donna che più amava che senza di lei non poteva più andare avanti. Posata la penna, ha afferrato la pistola d’ordinanza, l’ha puntata allo stomaco e ha fatto fuoco. E’ morta così, a soli 27 anni, una guardia giurata nel chiuso di uno degli uffici dell’ospedale di Cona tra lo choc e la disperazione dei colleghi. Proprio uno di loro, attorno alle 19,30 di ieri, spalancando la porta lo ha trovato in una pozza di sangue, già cadavere. «Era un bravissimo ragazzo — dice commosso il responsabile del corpo di sicurezza dove lavorava la guardia giurata —, aveva un’intera vita davanti. Perché l’ha fatto?».

Il 27enne (di cui non forniremo volutamente nessun tipo di generalità, ndr) era entrato in servizio alle 17 per cessarlo a mezzanotte. Da aprile lavorava all’interno dell’ospedale di Cona, prima di allora era nel vecchio Sant’Anna. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato alle 19,30 nell’ufficio gestione chiavi al secondo piano del nosocomio. «Lì dentro — sussurra un collega — ci sono tutte quelle dell’intero ospedale, oltre 1600 chiavi». Il giovane era riverso a terra nel sangue, la pistola vicino alla mano che ha fatto fuoco, sul tavolino una penna e due fogli bianchi interamente scritti. Un susseguirsi di parole e frasi strazianti che volevano raccontare al mondo il suo terribile stato d’animo, quello di un giovane che si era lasciato con la fidanzata. Un dolore lancinante, dal profondo, che ogni momento di più lo stava distruggendo. Fino a non farcela. Fino alla maledetta idea di farla finita per sempre. In silenzio carabinieri e poliziotti intervenuti sul posto per i rilievi di una tragedia che ha lasciato in tutti quanti tanta tristezza.

Nicola Bianchi