Ferrara, 12 novembre 2012 - «CON Paolo Ravenna se ne va uno dei Grandi di Ferrara. Un professionista e un intellettuale cui dobbiamo l’idea di quasi tutte le cose più importanti degli ultimi anni, dal restauro delle Mura, al Parco Urbano al Museo della cultura ebraica. È stato amico intimo dei ferraresi più grandi, a cominciare da Bassani, e di quasi tutti gli intellettuali italiani. Per me un amico di famiglia e un Mestro che non dimenticherò mai». Questo era, come ricorda Dario Franceschini, l’uomo di cui Ferrara è ora orfana.

SE ne è andato a quindici giorni esatti di distanza dal giornalista e scrittore Gaetano Tumiati. «Grande cognato amico fraterno» aveva scritto di lui nel necrologio Paolo Ravenna che ieri attorno alle 18 si è spento all’ospedale di Cona, dove era ricoverato da una settimana, lasciando molto, molto più soli non solo il figlio Daniele e la nuora Anna che l’hanno assistito fino all’ultimo, e il nipote Massimo, ma anche Ferrara.
«Parlate con Daniele, io non me la sento» aveva detto al Carlino in occasione della morte di Tumiati, fratello della moglie Roseda, scomparsa l’8 dicembre di sette anni fa. Per l’avvocato Ravenna la perdita del cognato era arrivata il giorno successivo l’atteso rientro in via Palestro, dopo un’estate «da sfollato», come gli piaceva definirsi, a Voghiera. «Papà era felicissimo di questo suo ritorno in città — racconta Daniele Ravenna —. ‘Sono seduto alla mia scrivania’ aveva riferito con entusiasmo nelle telefonate agli amici». La gioia di un giorno: poi il dolore per la morte di Tumiati e quindi il ricovero a Cona (dove era già stato a settembre) per complicazioni polmonari cui si è aggiunto un infarto. «Nel reparto del dottor Gallerani papà è stato seguito con grandissimo impegno e umanità» vuole che si sappia Daniele Ravenna, ringraziando anche il cugino medico, Franco Ravenna, che «non solo per ragioni affettive lo ha seguito tantissimo».

TRA i primi ad accorrere ieri a Cona, l’amica di famiglia Anna Quarzi che, come direttore dell’Istituto di Storia contemporanea, ha condiviso con Paolo Ravenna un percorso di studio e ricerca. «Ero già diretta all’ospedale per fargli visita, quando sono stata raggiunta dalla notizia — racconta commossa —. Se ne è andato l’uomo dell’impegno civile. Dobbiamo a lui le Mura di Ferrara e tanto altro ancora». E a giorni, annuncia, uscirà il suo ultimo libro.
Paolo Ravenna sarà sepolto accanto all’amato padre Renzo nel cimitero ebraico, lo stesso dove riposa Giorgio Bassani con cui, a cominciare dal comune ideale di Italia Nostra, ha percorso, tracciandolo, un pezzo di una lunga strada che non sarà certo la morte a cancellare.

Isabella Cattania