Ferrara, 28 marzo 2013 - CHE BRUTTA scena quella di ieri mattina in piazza Savonarola. E che tristezza sentire un eurodeputato («è la mia Europa, io sono un europarlamentare eletto») e il segretario generale di un sindacato di polizia cacciare via il sindaco a male parole. Peccato perché anche ieri si è persa l’ennesima occasione. Quella che, lo stesso sindacato (il Coisp) in una nota inviata martedì ai giornali, aveva annunciato invitando la madre di Federico.

LA RICERCA di un dibattito per «superare i muri che si ergono quando si lascia spazio a rabbia e desiderio di vendetta». Ma poi, davanti alla richiesta di Tagliani di spostare il sit-in, perché sotto l’ufficio dove lavorava proprio Patrizia Moretti, la risposta è stata incredibile: «No e se ne vada». Perché? Cosa costava accettare? Nessuno aveva ordinato di annullare la manifestazione, pacifica e legittima per carità, ma semplicemente di non farla a due passi dalla madre di Federico. Normale. Da qui lo show, non richiesto, dell’europarlamentare Potito Salatto — fino a quel momento un ‘eurosconosciuto’ —, che ha invitato Tagliani a cambiare mestiere, ad andarsene, indicandolo come un «semplice sindaco».

E per quale motivo, Salatto? Tagliani, che rappresenta la città che ieri ha ospitato il congresso regionale del Coisp, non era stato arrogante. Tutt’altro. Il risultato? Un clamoroso autogol, provocato dal segretario di un sindacato di polizia e da chi dovrebbe rappresentarci in Europa, molto arrogantelli, che di certo non distenderà gli animi.
 

Nicola Bianchi