Ferrara, 22 maggio 2013 - STOP alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi e nuovi controlli sia nel sottosuolo che nelle acque per gettare luce sul fenomeno dei ‘vulcanetti’. Sono misure stabilite dalla Regione «nel rispetto del principio di precauzione», come ha chiarito l’assessore alla difesa del suolo Paola Gazzolo. Viale Aldo Moro ha così deciso di congelare ogni decisione riguardante i progetti di ricerca di gas nel sottosuolo delle aree colpite dal sisma di maggio almeno finchè «non sarà noto l’esito della commissione tecnico scientifica istituita per la valutazione delle possibili relazioni tra attività di esplorazione alla ricerca di gas e l’aumento dell’attività sismica nell’area emiliano romagnola». L’annuncio è arrivato ieri mattina in assemblea legislativa, dove Gazzolo ha risposto a un’interrogazione sul tema presentata dal consigliere regionale Giovanni Favia.

Una comunicazione che ha fatto tirare non pochi sospiri di sollievo anche sul territorio ferrarese. Sono parecchi infatti i cittadini, soprattutto nel Centese e nel Copparese, che si erano allarmati sentendo parlare di trivellazioni per verificare la presenza di gas nel sottosuolo. Soprattutto perchè è ancora tutta da chiarire la relazione tra questo tipo di indagini e il verificarsi di scosse di terremoto. Proprio per questa ragione e «condividendo la posizione espressa dalle comunità locali» la Regione ha optato per lo stop. Questo non significa però che tali progetti siano definitivamente accantonati. Ogni decisione nel merito viene infatti rimandata a dopo aver conosciuto i risultati degli studi condotti su queste operazioni, con particolare attenzione a quelli sul fracking. Proprio a proposito di questa tecnica, molto diffusa negli Stati Uniti, Gazzolo ci ha tenuto a precisare che la Regione «non ha mai dato l’assenso a modalità di ricerca ed estrazione di gas diverse da quelle convenzionali e largamente sperimentate secondo il principio della sicurezza e precauzione totale». Ma non è tutto. «La tecnica del fracking — aggiunge — è difficilmente applicabile anche nel resto del territorio nazionale. Infatti nel documento di strategia energetica nazionale a cura del ministero dello sviluppo dell’ottobre del 2012, in più punti sono espresse perplessità sull’opportunità di ricerca di shale gas, attività che potrebbe richiedere la fratturazione idraulica». Sembrerebbe invece proseguire il suo iter il discusso progetto ‘Reno Centese’ che a fine 2012 aveva superato l’esame della Commissione idrocarburi.

Tornano infine sotto la lente i cosiddetti ‘vulcanetti’ — le fuoriuscite anomale di metano dal sottosuolo registrate a Ambrogio e Serravalle, ma anche nell’Alto Ferrarese —, che periodicamente fanno la loro comparsa in diversi punti del territorio. L’ultimo, verificatosi un paio di settimane fa a Mirabello, aveva preceduto di qualche giorno una scossa di magnitudo 3.8. Gli studi su questi fenomeni potrebbero quindi aiutare gli esperti a comprendere meglio i legami tra questi fenomeni e il verificarsi di terremoti.

Federico Malavasi