Ferrara, 5 luglio 2013 - «Le chiese, i monumenti, i musei, i luoghi storici ed artistici si vivono gioiosamente ma con rispetto. Non possono diventare posti per bivacchi, per picnic o, peggio, per sconcezze». Vittorio Sgarbi si scopre a concordare con l’arcivescovo Luigi Negri. «Ha posto un tema assolutamente rilevante e direi, laicamente, sacrosanto...».

C’è chi legge nelle parole dell’arcivescovo un richiamo essenzialmente religioso e solo dopo di carattere etico, educativo.
«Chi punta sul primo aspetto lo fa per minimizzare la portata della sua denuncia. Restiamo fuori degli aspetti religiosi: agli Uffizi si va per ammirare i capolavori dell’arte, non per orinare davanti ai quadri. A Pompei si entra, quando si riesce, per visitare un sito archeologico e non per fare l’amore. Perché davanti al Duomo di Ferrara dovrebbe essere diverso? Dico di più: se la stessa scena in cui si è imbattuto mons. Negri davanti alla cattedrale fosse stata vista dalla Zappaterra in Castello, ammesso che se ne fosse resa conto avrebbe tollerato la mancanza di dignità? E che avrebbero detto il sindaco cattolico Tagliani e il suo laico vice Maisto di fronte a ragazzi seminuti avvinghiati a Schifanoia?».
Secondo te c’è un fenomeno di questo genere a Ferrara?
«Sì. Mi è capitato di passare in via degli Adelardi e davanti al Duomo, e trattandosi di me sai che era notte piuttosto che giorno (Sgarbi ride, ndr); ebbene nel Protiro c’era un vero bivacco. Inaccettabile. Di fronte al Duomo si va a passeggiare, è un punto d’incontro e socializzazione, non si può stazionare in quel modo, o far di peggio, davanti alla chiesa più importante della città».
Monsignor Negri lancia l’idea di recintare il sagrato: che cosa ne pensi, come critico d’arte e difensore dei beni culturali?
«Un’idea inattuabile e repressiva. Il punto non è innalzare steccati che servirebbero solo ad alimentare la prurigine di chi proverebbe a violarli, ma chiedere decoro e difenderlo. La Polizia Municipale di una città morta come Ferrara dovrà rendere stringenti i controlli, in base alla normativa che già esiste. Polizia e carabinieri faranno rispettare l’ordine pubblico. Non è coercizione, è rispetto. Il Duomo di Ferrara lo merita, per civiltà e non per dogma».
Oddio, Vittorio Sgarbi parla come un chierichetto!
«Non avrei mai immaginato di prendere apertamente le parti di un uomo di Chiesa: monsignor Negri ha fatto un miracolo, mi ha convertito! Battute a parte, mi sta simpatico».
Perché?
«E’ sapientemente... incazzoso, e in una città in cui la presidente della Provincia ha nel nome il proprio destino ed il sindaco Tagliani sembra un fumetto, la sua energia può innescare un riscatto. Peraltro ci vedremo fra pochi giorni, e andremo dal ministro dei Beni Culturali».
E’ una notizia.
«Già. Poiché Dario Franceschini dorme, ho deciso di fare da supplente e tenere io i rapporti col Parlamento! Sul tappeto c’è la riapertura della chiesa di San Paolo, chiusa al culto e alle visite ben da prima del terremoto. Ne ho parlato con il ministro Massimo Bray e mi ha chiesto di approfondire l’argomento».
E quindi?
«Nei prossimi giorni sarò a pranzo con mons. Negri e, ritengo, anche con Tagliani. A metà luglio accompagnerò l’arcivescovo al Ministero, ci sono buone prospettive perché la vicenda di San Paolo si sblocchi».
Torniamo al Duomo, alla scena ‘boccaccesca’ descritta da mons. Negri.
«Nessuno può accusarmi di essere un bacchettone o un nemico delle libertà personali; tuttavia sul rispetto per il decoro del patrimonio culturale divento feroce, ed è innegabile che anche a Ferrara serva una sterzata. Se non si vuol dar credito a me o a monsignor Negri, si rifletta sul monito di mons. Timothy Verdon, Canonico della cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze. ‘Questa chiesa non è un posto per i picnic!’, ha detto riscuotendo applausi a scena aperta. Ferrara è meno bella di Firenze?».

di Stefano Lolli