Ferrara, 2 agosto 2013 - “Un dramma voluto con prepotenza inusuale dalla multinazionale tedesca”. Bruno Papignani, segretario della Fiom-Cgil dell’Emilia-Romagna, commenta così il mancato accordo sui licenziamenti alla Berco. “Il governo deve impedirlo”, aggiunge via Facebook Papignani esprimendo solidarietà a lavoratori e lavoratrici della Berco.
 

Duro Guglielmo Gambardella, coordinatore di settore per la siderurgia della Uilm-Uil nazionale: “La Berco si è assunta la responsabilità di mettere a rischio non solo il futuro dei 611 lavoratori per cui aveva avviato le procedure di mobilità, ma la sopravvivenza dell’intero gruppo siderurgico”. Il mancato accordo tra l’azienda guidata dall’ad Lucia Morselli, controllata dalla tedesca ThyssenKrupp, e i sindacati metalmeccanici, si è registrato nella sede del ministero del Lavoro a Roma, dove le parti avevano iniziato ad incontrarsi dal pomeriggio di ieri.

La Uilm sottolinea che di fatto l’azienda sia nei giorni precedenti che nelle ore del rush finale non è mai arretrata rispetto alla decisione di tagliare i suoi 611 addetti, chiudere la fabbrica di Busano Canavese in Piemonte e azzerare per due anni la contrattazione. “L’azienda che ha il suo principale sito a Copparo in provincia di Ferrara - spiega Gambardella in una nota - non ha accolto l’ipotesi d’accordo proposto ufficialmente dal ministero del Lavoro e per tutta la durata del negoziato è rimasta rigida sulle proprie posizioni fingendo di voler fare un vero negoziato. Berco ha, invece, puntato solo praticare licenziamenti, una condizione inaccettabile per i sindacati e le Istituzioni presenti al tavolo”.

Secondo il dirigente della Uilm, l’arroccamento della Uilm “ha vanificato proprio il lavoro delle Istituzioni e le aperture offerte dalle organizzazioni sindacali che si erano rese disponibili anche a rinegoziare il salario aziendale”.


Poco prima della firma del verbale del mancato accordo, “la Direzione generale del ministero del Lavoro ha respinto con vigore l’illazione che il testo proposto abbia tenuto in considerazione solo una delle parti. La verità - racconta Gambardella - è che il ‘management’ italiano di Berco, ed è bene ripeterlo, non ha mai svolto una trattativa, ma ha solo ribadito al tavolo la nefasta volonta’ di licenziare personale. Questa caparbieta’ fa male ai lavoratori, ai sindacati che li rappresentano e alle istituzioni italiane, come il Governo, che hanno ricevuto questa notte un grave smacco”. Gambardella però avverte: “Per un effetto a catena, non solo la proprietà dell’azienda in questione, ma anche la stessa capogruppo in Germania, rischiano di registrare delle ripercussioni negative a partire dall’imminente giudizio dei mercati”.



I sindacati sul piede di guerra: "Ora sciopero ad oltranza"

Sciopero ad oltranza in tutti gli stabilimenti Berco e azioni legali contro i 611 esuberi. E’ la risposta di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm alla rottura da parte dell’azienda del gruppo Thyssekrupp. L’annuncio in una conferenza stampa dopo che Berco ‘’ha rifiutato tutte le proposte e ha pervicacemente seguito la strada della rottura’’.


Il Governo: "L'azienda ci ripensi"

“Per responsabilita’ dell’azienda si e’ consumata questa notte una grave rottura nella trattativa Berco”. Cosi’ il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti commenta il naufragio notturno della trattativa e poi invita il management a “riconsiderare le scelte compiute”, ovvero la conferma degli esuberi e della chiusura dello stabilimento di Busano Canavese. 

“Alla luce delle esigenze di ristrutturazione e riorganizzazione aziendali e delle disponibilita’ fornite dalle organizzazioni sindacali - ricostruisce - il Governo ha proposto un testo di accordo in grado di sbloccare la situazione, salvaguardando insieme gli obiettivi di ripresa dell’azienda e le necessarie tutele per i lavoratori. Con senso di responsabilita’ i sindacati hanno accettato tale testo, mentre la direzione aziendale si e’ irrigidita tornando indietro sulle posizioni di partenza e rendendo impossibile un accordo”.


“Il comportamento dell’azienda - prosegue De Vincenti - contrasta con gli stessi obiettivi di risanamento dichiarati, in quanto solo una gestione costruttiva dei rapporti di lavoro puo’ consentire di realizzare la necessaria riorganizzazione del processo produttivo ed e’ tanto piu’ grave anche alla luce degli strumenti di sostegno agli investimenti messi in campo dal Governo”. “E stupisce- conclude l’esponente dell’esecutivo- che una scelta del genere sia stata fatta da una multinazionale come la Thyssen, che ha tradizioni importanti nel campo delle relazioni con le organizzazioni sindacali. Il Governo invita pertanto l’azienda a riconsiderare le scelte compiute, perche’ e’ assolutamente necessario che si creino le condizioni per salvaguardare il futuro della Berco”.


Il ministro Zanonato: "Ci stiamo occupando anche della Berco"

“I casi di difficolta’ in Italia sono tantissimi, ma riscontriamo anche una ripresa occupazionale e una piccola ripresa economica. Noi come ministero siamo impegnati ad affrontarli uno per uno tutti quanti. Ci sono vari dirigenti che, pezzo per pezzo, si stanno occupando delle diverse situazioni, compresa la Berco”. Cosi’, a margine di una conferenza stampa al ministero, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, in merito al caso Berco.