Ferrara, 3 agosto 2013 - Dalla rabbia ad un piccolo barlume di speranza. Tutto in poche ore. Sono fasi delicate per il futuro di 509 lavoratori del gruppo Berco — di proprietà della multinazionale tedesca Thyssenkrupp —, considerati in esubero e per le sorti dello stabilimento di Busano Canavese (Torino), destinato a chiudere i battenti.

Alle 2.30 dell’altra notte al Ministero del Lavoro l’amministratore delegato Lucia Morselli ha fatto saltare il tavolo di confronto, dando di fatto l’avvio alla procedura di mobilità e all’azzeramento della contrattazione aziendale che alleggerirebbe in maniera consistente i salari dei dipendenti. Un colpo duro da digerire, dopo tre giorni di confronti ad oltranza, proposte da parte delle organizzazioni sindacali, del ministro del Lavoro Enrico Giovannini, con le istituzioni dei territori interessati preoccupate per l’esito maturato. Berco ha i propri stabilimenti a Copparo, Busano Canavese, Castelfranco Veneto e Sasso Morelli; occupa 2.600 lavoratori, impegnati nella produzione di macchine di movimento terra.

Questa chiusura riporta alla mente le ferite profonde legate alla drammatica vicenda dei sette morti nel rogo di Torino e alla condanna di manager di Thyssen Krupp, «è sembrata quasi una ripicca dopo le vicende giudiziarie», afferma Fabrizio Bellino della Fiom Cigl di Torino. Ieri i segretari ferraresi dei sindacati di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm, Ugl si sono presentati davanti allo stabilimento di Copparo (il più grande del gruppo), dove ad attenderli c’erano i lavoratori che da nove giorni stanno presidiando i cancelli dell’azienda estense. Dai loro sguardi si percepiva disperazione, alcuni erano in lacrime dopo aver appreso della rottura del tavolo. I sindacati, dal palco del presidio, hanno attaccato duramente il comportamento tenuto da Berco, Thyssen Krupp, ipotizzando che la proprietà non avesse alcuna intenzione di trovare un accordo.

Poi, una timida svolta. L’amministratore delegato Lucia Morselli è stata convocata alla sede di Unindustria, dopo il pressing del Prefetto Provvidenza Raimondo e del mondo istituzionale per cercare un accordo con le parti sociali. Probabilmente, si sta lavorando sull’ipotesi di accordo avanzata dal ministro Giovannini giovedì che prevedeva la rinuncia ad una parte degli integrativi dei contratti aziendali, in cambio del ritiro dei licenziamenti, con un’apertura limitata su esodi volontari con incentivazione.

Valerio Franzoni