Ferrara, 16 novembre 2013 - «NON PAGO neanche un euro, prima voglio andare fino alla Cassazione!». Renzo Benini apre a ventaglio le multe di Musa: sedici, per un ammontare di 1500 euro. «Ma più dei soldi io contesto la beffa», sbotta il pensionato. Marito di una donna «malata irreversibilmente di Parkinson, da vent’anni». E per questo titolare di un ‘pass invalidi’ per l’accesso alla Ztl dove i coniugi peraltro risiedono: «Un anno fa mi sono accorto che il permesso era scaduto da 12 giorni — racconta Benini —, sono corso all’ufficio del Comune che si occupa dei pass per i disabili, ho portato i documenti, mi hanno detto che era tutto a posto». Con l’avvertenza però di attendere l’invio del nuovo contrassegno prima di circolare in auto: «Come faccio? Abito in centro, eravamo sotto Natale e mia moglie ha bisogno di essere continuamente accompagnata — prosegue il pensionato —, così ero costretto ad utilizzare la macchina, pensando che la targa della vettura era comunque registrata nel sistema e che in caso di controllo avrei potuto esibire il permesso scaduto ai vigili urbani, che sanno essere anche comprensivi». Ma il ‘vigile elettronico’, come si sa, non ha cuore né cervello; e così proprio nei giorni del rinnovo del pass, Benini è stato fotografato come una diva del cinema. Sedici multe, 1500 euro: «A quel punto sono andato dal mio avvocato, e gli ho detto, a voi andàr drit contra al Comùn! — sorride Benini — Ha sospirato, mi ha detto di star buono, che lui faceva un po’ fatica». Non si tratta di inadempienza professionale: «No, per carità, è bravissimo e capisco l’imbarazzo: il mio avvocato è Tagliani — svela l’uomo —, non si può mettere contro il sindaco...».

A QUEL PUNTO Benini si è rivolto al giudice di pace, convinto che la sua giusta causa sarebbe stata compresa: «Perché sino a quando non ho riconsegnato il vecchio contrassegno agli uffici del Comune, richiedendo il nuovo pass, non ho ricevuto alcuna sanzione — sottolinea —; perciò credevo che così come ai cittadini che rinnovano la patente viene rilasciato un documento di circolazione provvisoria, anche a me nell’attesa dell’arrivo del nuovo permesso sarebbe stato quanto meno confermata la targa dell’auto che avevo registrato». E invece niente; nel valzer di burocrazia, di documenti e ‘banche dati’, prima che la pratica fosse perfezionata Musa aveva già fatto in tempo a castigarlo. «Per fortuna, se si può dire così, viste le condizioni di mia moglie ed il fatto che ho 72 anni, giro ormai il minimo indispensabile — allarga le braccia Benini —; se fossi come quello lì di cui avete scritto ieri, il politico ‘grillino’ che gira avanti e indietro col permesso di un morto, di multe ne avrei prese duecento e forse più!». Anche per questo il pensionato è deciso per il ricorso: «Non pago un euro prima che qualcuno torni a esaminare con attenzione il mio caso».

Stefano Lolli