Ferrara, 17 novembre 2013 - OLTRE mille morti sull’asfalto in 15 anni. In una piccola provincia come Ferrara. «Non uno scherzo, ma una vergogna», tuona il Comitato per la sicurezza stradale ‘Paglierini’, che aderisce oggi alla Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada con un raduno in piazza Castello. L’appuntamento è per questa mattina alle 10.

Presidente Luigi Ciannilli, cosa vuole significare questo momento?
«Vogliamo lanciare più di un segnale e ricordare che siamo la regione e la provincia con il più alto numero di morti sulle strade: ogni 100mila abitanti ci sono 3,6 morti in Irlanda, 4,2 come media nell’Unione Europea, 8,97 in Emilia Romagna e 9,72 in provincia di Ferrara».

Come sta andando nel 2013?
«Fino a questo momento abbiamo già 27 vittime in provincia».

Rispetto al 2012?
«Nel 2012, in tutto l’anno, ci sono stati 38 morti, 34 fino al 17 novembre. Quindi, a parità di periodo, quest’anno abbiamo 7 vittime in meno».
Cosa dicono, invece, i dati sull’età delle vittime della strada?
«Quest’anno, purtroppo, ci sono più giovani tra le vittime. Siamo a novembre e abbiamo già registrato sei morti sotto i 30 anni; nel 2012, in tutto l’anno, erano stati sei. Numeri, questi, che fanno calare l’età media dei deceduti: 49 anni quest’anno contro i 53 del 2012».

Dunque, numeri preoccupanti. Qual è, secondo lei, la causa di un numero così alto di incidenti mortali nel Ferrarese?
«La condizione delle strade. Ed è il motivo per cui ci battiamo e per cui continueremo sempre a batterci. Nel 2005, a Bruxelles, il nostro Comitato ha anche ricevuto un premio, proprio con la motivazione ‘per la sicurezza delle strade’. Siamo l’unico capoluogo senza una circonvallazione, l’unica provincia con una superstrada (la Ferrara-Mare) senza un’area di servizio. Inoltre abbiamo una statale, la Romea, che assieme alla Pontina ha la più alta mortalità e non ha un’alternativa viaria. Per non parlare di strade con alberi e canali senza protezione. Ecco, per colpa delle condizioni delle strade, nel 40% dei casi un incidente che potrebbe risolversi con danni ai veicoli si traduce in un mortale. Eppure, nelle province limitrofe, strade come le nostre sono state stravolte».
 

La politica si sta muovendo?
«Assolutamente no. Dovremmo allinearci almeno agli standard europei per dirimensionare queste tragedie che definisco ‘subdole’, ovvero chi non le ha provate non può capire. Finché non c’è percezione nella popolazione, i politici se ne fregano. E, al momento, questa percezione manca. Ma la nostra battaglia va avanti: continueremo a batterci».

Francesco Pizzigallo