Ferrara, 31 dicembre 2013 - "Vedete, essere presidente della Spal significa anche ricevere da due sorelle di Cagliari che di cognome fanno Porcu la richiesta di due maglie. Io credevo di saperlo cosa significa essere presidente della Spal. Credevo... Invece sto ancora imparando il primo livello". Walter Mattioli detto "Uòlter" parla mentre si aggira per il corridoio del sottotribuna del "Mazza", sancta sanctorum "del quale - continua - ho il massimo rispetto. Stento ancora ad abituarmi a essere io l’inquilino della poltrona che fu di Paolo Mazza. Nemmeno sapevo di aver scelto anche fisicamente, e del tutto per caso, la sedia in tribuna che occupava "lui". Me lo hanno fatto notare dopo, quasi mi vergognavo...". Mattioli tiene a sottolineare la propria deferenza dinanzi a tanta storia... "Questo era il mio sogno, e i Colombarini me lo hanno regalato per le mie nozze d’argento con una presidenza, quella della Giacomense. Sono persone eccezionali, a loro dovevate dare questo riconoscimento, non a me".

E i prossimi sogni?
"Sono tre. Primo: ottenere i locali della corale al Centro per metter su la mensa per i giovani. Anche sul piano simbolico, sarebbe un gran segnale. Aggiungere qualcosa in via Copparo dove da decenni si è tolto solo".

Secondo?
"Riaprire la gradinata, dove io andavo da bambino con mio zio Bonsi, tuttora un abbonato e un tifosissimo. Lo ero anche io, allora come oggi".

Terzo?
"Un campo sintetico in via Copparo per consentire a tutte le giovanili di allenarsi. Ci arriveremo, a tutti e tre. Prenderemo anche un nuovo responsabile tecnico del Centro. Non posso essere io a spiegare a un genitore di un ’96 perchè il suo bimbo gioca terzino invece che centravanti... Ma oggi funziona ancora così".

Problema gradinata?
"I tornelli, solo quelli. Non voglio dimenticare l’illuminazione, ma quella compete al Comune. Ci ha detto che ci stanno pensando".

Torniamo al sogno realizzato?
"Si è concretizzato dopo tanti anni di sacrifici. A 13 anni iniziai a giocare, nel Voghiera. 25 anni fa divenni presidente della Giacomense. Sono ancora incredulo. La Spal è nome che apre mille porte, anche fuori Ferrara. Viene esaltato oltre le mie previsioni. Negli ultimi tre anni proprio no... Ma prima e dopo sì, e tanto".

Provò mai per la Spal, da calciatore?
"Certo, da ragazzo, e più volte. Fu Mazza in persona a scartarmi a ogni tentativo. Lui guardava e poi diceva: questo sì, quelli no. Io ero tra quelli".

Si è rifatto?
"Ho trascorso una vita tutta in Terza categoria con la maglia della Giacomense, la squadra del mio paese. Ero mancino di piede, giocavo col "10" e facevo gol su punizioni alla "foglia morta", come Mariolino Corso. Quando la Spal ne batte una, spesso c’è un amico che mi dice "ti duvressi tirar tì". Ma fino ai 18 anni ero sugli spalti con Bonsi, da Pasetti e Bosdaves a Pezzato me li ricordo tutti. E anche dopo, quando i dilettanti erano fermi, venivo alla Spal".

Fuori dal calcio, di cosa si occupa Walter Mattioli?
"Sono da sempre il factotum di una famiglia che lavora nelle costruzioni e nell’agricoltura. Faccio il contabile, il collaboratore, di tutto un po’, una di quelle figure che nel tempo si sono estinte".

E’ quel che nel calcio fa per i Colombarini?
"All’ingrosso. Ma l’avete detto voi, eh...".

Mauro Malaguti