Ferrara, 17 gennaio 2014 - «ISTIGAZIONE al suicidio». Un’accusa pesante, scritta nero su bianco nella mattinata di mercoledì nella stazione dei carabinieri di Ferrara. Una querela presentata da Mauro Altafini, attivista del movimento ‘9 dicembre’ che punta il dito niente meno che contro «i membri del governo, i deputati, i senatori del parlamento italiano dell’attuale e passata legislatura». Le motivazioni di questa iniziativa stanno racchiuse nelle tre pagine dell’esposto e sono riconducibili, in poche parole, «all’incapacità della politica di far fronte alla recessione e alle sue conseguenze».

NELLO specifico Altafini chiede di «procedere penalmente» nei confronti di una classe politica «che ha assistito con noncuranza al volgere della crisi e alle sue drammatiche conseguenze». Nell’esposto si chiede inoltre di indagare su eventuali responsabilità inerenti al reato di istigazione al suicidio ed a possibili violazioni «dell’articolo 2 della Costituzione e carta europea dei diritti dell’uomo». Per spiegare la richiesta Altafini adduce una serie di motivazioni tra cui «le centinaia di suicidi che si sono verificati negli ultimi tempi i cui motivi sono da ricercarsi nella crisi economica» e la mancanza, da parte del governo, «di provvedimenti, anche in forma assistenziale, tali da impedire che si succedessero tutti questi suicidi a causa della mancanza di lavoro». Una carenza, prosegue il testo dell’esposto, «che ha colpito duramente soprattutto i piccoli artigiani, i commercianti e gli agricoltori».

IN CONCLUSIONE il firmatario della querela invita gli inquirenti a «individuare le persone che hanno tentato il suicidio in Italia negli ultimi tre anni, cioè da quando si è sviluppata in maniera virulenta una crisi economica senza precedenti» e chiamarli a testimoniare «sulle ragioni che le avevano mosse al tentativo di gesto estremo». Quello di Ferrara è solo l’ennesimo risvolto locale di un’iniziativa che ormai sta facendo il giro del paese. Secondo i promotori, sono infatti ormai circa 10mila le denunce presentate in Italia per istigazione al suicidio. L’iniziativa proseguirà fino a fine gennaio, quando gli organizzatori inizieranno a tirare le somme della campagna di protesta iniziata ormai da oltre un mese che per settimane ha paralizzato mezzo paese al grido di «Tutti a casa».

di Federico Malavasi