Ferrara, 5 febbraio 2014 - L’accusa è pesantissima: violenza sessuali su un bambino di pochi anni. Bordate scagliate contro un sacerdote ferrarese per il quale la procura, nei giorni scorsi, ha presentato il conto, chiedendone il rinvio a giudizio. Una storia iniziata due anni fa con la denuncia di un 35enne straniero (il genitore del piccolo) nei confronti del parroco il quale, a sua volta, ha depositato una controdenuncia per minacce, estorsione e stalking.

«Abbiamo fatto ulteriori indagini difensive — attacca Claudio Maruzzi, avvocato del don — e scoperto cose molto interessanti: tutto quello che ha fatto questo signore che ci chiama in causa, è strumentale per poter rimanere in Italia. Dimostreremo, infatti, che è clandestino. Riteniamo di avere in mano elementi sufficienti per poter sostenere che ci troviamo di fronte a una folle messinscena per evitare l’espulsione». Fine 2010, in un paese del ferrarese arriva il 35enne con la famiglia. Il sacerdote decide di ospitare tutti a casa sua, offrendone vitto e sostentamento. Ma con il trascorrere del tempo il rapporto si spezza e comincia la battaglia giudiziaria.

Partono le denunce contro il parroco. Una per truffa (secondo l’immigrato gli avrebbe sottratto 43mila euro) ma soprattutto, ben peggiore, una per abusi sessuali sul figlioletto, in particolare durante una festa di compleanno del minore. «I fatti — riprende l’avvocato Maruzzi — sono stati costruiti in corso d’opera, la denuncia originaria non menzionava neppure questo episodio. In base ad alcune testimonianze assunte — precisa subito il difensore —, la descrizione delle presunte azioni durante quella festa di compleanno è assolutamente incompatibile sia dal punto di vista temporale che logistico». Una prima vittoria per la difesa è arrivata alla fine dell’anno scorso: il giudice civile, infatti, ha accertato l’occupazione abusiva dell’immobile dove vive lo straniero con ordine di sloggio datato 3 dicembre. «Ma ad oggi non è stato ancora eseguito — chiosa il legale — e il 35enne è ancora in quell’abitazione, e sempre a spese del parroco».

Ma a rivolgersi alla giustizia è stato anche quest’ultimo, che, respingendo le accuse, ha sporto denuncia per estorsione, stalking e minacce. Il religioso ha infatti riferito di aver ricevuto pesanti pressioni dall’immigrato («Mi ha detto: se non mi intesti la casa ti rovino e dico a tutti che sei un pedofilo», aveva raccontato in questura). La procura aveva chiesto l’archiviazione, opposta però dalla controparte. Per questi fatti l’udienza dovrebbe essere fissata ad aprile. Diverso, invece, il discorso delle molestie per le quali il pubblico ministero Ciro Alberto Savino ora ha chiesto il rinvio a giudizio. Degli ultimi sviluppi è già stata informata anche la Curia. «Il mio assistito — chiude Maruzzi — continua a vivere in un incubo per opera di chi ha abusato della sua generosità. Ma abbiamo le carte per dimostrare la verità». Tutto è rimandato alla preliminare.

Nicola Bianchi