Ferrara, 22 febbraio 2014 - «DAMMI tutti i soldi. Li voglio subito, altrimenti ti ammazzo». Voleva banconote di grosso taglio, il bandito che ieri mattina, intorno alle 12, ha rapinato l’edicola tabaccheria di corso Piave, angolo via Fiume. «Dammi pezzi da 50, pezzi da 50», ripeteva senza sosta alla titolare, tenendole la pistola puntata a pochi centimetri dal volto. Una manciata di secondi, ma che devono essere sembrati secoli a Maura Tassinari, 47 anni, che, sotto la minaccia dell’arma (che alla fine si rivelerà un giocattolo) è stata costretta ad assecondare tutte le richieste del bandito. Erano circa le 12.20. All’interno del negozio non c’erano clienti, solo la titolare e un suo dipendente che si trovava nel ‘reparto’ ricevitoria. Entra un uomo con un giubbotto scuro e col volto travisato da una sciarpa e dal cappuccio di una felpa. Si dirige deciso verso il banco ed estrae dalla tasca una pistola. «Dammi subito i soldi o ti uccido», sono le sue prime (e quasi uniche) parole. La donna, pietrificata dalla paura, apre la cassa, prende le banconote e le appoggia sul bancone. Il rapinatore le prende e se le caccia in tasca. Ma non gli bastano. «Dammene ancora, subito» le intima sventolandole l’arma sotto il naso. La donna prende altri soldi e li appoggia sul banco. In un lampo spariscono nelle tasche del malvivente. Che insiste ancora una volta. «Dammene ancora, ancora. Voglio pezzi da 50».

TASSINARI a quel punto si china dietro il bancone e, da un altro cassetto, tira fuori alcune banconote. Il bandito afferra quelle da 50 euro (lasciando curiosamente sul posto alcuni pezzi da 20) ed esce rapidamente dal negozio, scappando lungo via Fiume con un bottino di circa 2mila euro. Nella fuga il rapinatore ha lasciato cadere la pistola giocattolo all’ingresso del negozio. Un particolare che potrebbe essere determinante ai fini delle indagini. Ripresasi dallo choc, Tassinari ha composto il 112. Sul posto si sono precipitati una pattuglia di carabinieri e la polizia (che, per competenza territoriale, ha provveduto ai rilievi). L’arma di plastica è stata sequestrata e la donna è stata accompagnata in questura dove ha ricostruito la dinamica dei fatti. Le indagini proseguono a 360 gradi, anche se al momento — oltre all’identikit fornito dalla donna — non ci sarebbero particolari elementi che possano aiutare gli investigatori nel loro compito.

Federico Malavasi