Ferrara, 11 aprile 2014 - LI AVREBBE «pizzicati in varie parti del corpo» durante le normali attività didattiche. «Forzati con le posate nella bocca» in occasione di pranzi e merende. Strattonati. Spinti. Sollevati di peso, nonostante i loro pianti. Accuse pesantissime quelle rivolte a M. A., educatrice di 47 anni di Copparo, alla sbarra con l’accusa di aver abusato dei mezzi di correzione e di disciplina nei confronti di diversi bambini di un asilo nido della provincia. «Se ho accettato l’incarico — sbotta l’avvocato David Zanforlini — è perché reputo questa persona innocente. Sono accuse infondate che in tutto questo tempo l’hanno distrutta. Ci sono testimonianze altalenanti e fumose, tutte quante per presunti ‘sentito dire’». Contro di lei la procura ipotizza il reato continuato dal dicembre 2012 al 9 maggio dell’anno successivo.

UNA volta assunta come educatrice di sesto livello da un Comune del medio ferrarese (costituito parte civile con l’avvocato Gianni Ricciuti), le viene affidato l’incarico in un asilo nido. Ma i suoi comportamenti con i bambini finiscono ben presto sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri. «La denuncia — spiega ancora Zanforlini — partirà da un maresciallo su presunte segnalazioni arrivate da fonti confidenziali. Strano che in questo processo nessuna delle famiglie si sia costituita parte civile...». In procura viene aperto un fascicolo, presto l’educatrice finisce nel registro degli indagati.

SECONDO le accuse, i «diversi bambini sottoposti alla sua cura, vigilanza e custodia» sarebbero stati più volte «pizzicati in varie parti del corpo durante le normali attività didattiche, le operazioni di alimentazione o di cambio dei panni». Non solo. La donna li avrebbe pure forzati «con le posate nella bocca al momento dei pasti, strattonandoli, spingendoli e sollevandoli di peso quando gli stessi, per varie ragioni, piangevano oppure dovevano andare in bagno per essere cambiati o cambiare aula per necessità didattiche o di altro tipo».

ATTEGGIAMENTO «molto grave» secondo l’avvocato Ricciuti, il quale aggiunge subito: «L’educatrice era assunta e stipendiata dal Comune e per lo stesso ha rappresentato un danno. Questo il motivo della costituzione di parte civile». La 47enne, nel momento in cui è finita sotto inchiesta, è stata tolta dal nido e trasferita in un ufficio dell’amministrazione comunale. Per un problema del giudice titolare, l’udienza è stata rinviata al 29 aprile per sentire i primi testi: nove della pubblica accusa, tre della difesa. «Dimostreremo la nostra innocenza», chiude Zanforlini.

Nicola Bianchi