Ferrara, 12 aprile 2014 -  «SPIEGATEMI chiaramente quali sarebbero le... barriere ideologiche nei confronti dei negozianti, perché io proprio non le vedo. Tra l’altro, sono figlio e nipote di commercianti!». Il sindaco Tiziano Tagliani stempera con una battuta l’irritazione, a tratti palese, per le recenti dichiarazioni dei vertici di Ascom e Confesercenti nei confronti del Comune. Il ‘faccia a faccia’ chiarificatore si è svolto ieri al Resto del Carlino: innesco, le recenti polemiche sui disagi del maxi cantiere di piazza Trento e Trieste.

«VE LO DICO subito, io gli investimenti sul centro storico li considero un aiuto ai commercianti, non come un castigo» dice Tagliani ai presidenti Paolo Benasciutti (Confesercenti) e Giulio Felloni (Confcommercio). Che evidenziano, tuttavia, la gravità dei problemi: «Non ce l’abbiamo né con il sindaco né con le altre categorie — esordisce Felloni —, ma vogliamo rimarcare, dati alla mano, che la categoria del commercio, del turismo e del terziario rappresenta il 52% del Pil locale, perciò il coinvolgimento dev’essere sempre sistematico». Tagliani è fulmineo: «Ditemi quando non siete stati coinvolti, solo per i lavori del Listone ci siamo incontrati 18 volte!».

Benasciutti dà atto all’amministrazione «che alcune situazioni molto critiche, come lo svolgimento del cantiere in concomitanza del Natale, sono state ben gestite: ma le ricadute negli incassi sono pesantissime e si avvertono anche nelle strade laterali. Per questo abbiamo chiesto, ed è un fatto tecnico, una revisione degli ‘studi di settore’ per le aziende del centro — ricorda il presidente della Confesercenti —, un’operazione mirata per evitare che dopo il disagio causato dal cantiere non ci siano accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sulla congruità delle dichiarazioni». Poi Benasciutti allarga il tiro, evidenziando «che le difficoltà non si limitano a piazza Trento e Trieste: c’è il problema grave di via Bologna, dove per commercianti e residenti il calvario dura da anni, e più in generale c’è un problema di burocrazia interna al Comune».

LE CRITICHE riguardano «la segnaletica, le insegne, o questioni apparentemente semplici come lo spostamento di un bidone del pattume — sorride Benasciutti —; questioni facili da affrontare, si dirà, eppure spesso sono insormontabili». Tagliani respinge l’accusa che questo rappresenti «un deficit di attenzione da parte del Comune, o l’obbligo di istituire un nuovo ‘Ufficio Soluzione Cose Semplici’ — sorride il sindaco —; ma è vero che su alcuni aspetti, penso al regolamento delle insegne, occorra introdurre migliorie, perchè dall’idea iniziale di mantenere una certa uniformità nel centro storico, si è arrivati a vincoli un po’ rigidi».

IL BRACCIO di ferro, se mai c’è stato, su questo almeno si allenta: «Troveremo una soluzione — garantisce Tagliani —, a patto però che Ascom e Confesercenti smettano di trovare nel Comune e nella fiscalità locale una sorta di capro espiatorio, come compensazione per problemi che esulano dalle responsabilità e dalle possibilità dell’amministrazione».

Stefano Lolli