Ferrara, 23 aprile 2014 - ISTIGAZIONE alla corruzione, oltraggio a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza. Tutto in una sola notte, quella del 20 maggio dello scorso anno tra le vie di Cento. Di questo dovrà difendersi L.P., 26 anni artigiano di Bondeno, finito nei guai per essersi rivolto non certo con modi signorili, stando alle accuse, nei confronti di due carabinieri del Radiomobile della cittadina del Guercino. E l’8 luglio prossimo, davanti al gup Monica Bighetti, la sua sorte giudiziaria verrà discussa con il rito abbreviato.

Quella notte il ragazzo, alla guida della propria auto e con a bordo due amici, venne fermato dai militari per un normale controllo. «Andava zigzagando», diranno gli inquirenti. «Ero già fermo al distributore di benzina», la replica dell’automobilista. Visto il suo evidente stato di ebbrezza, rifiutò di sottoporsi all’esame dell’alcol. «Nessun rifiuto — ha sempre sostenuto il ragazzo —, avevo difficoltà nel soffiare». Da quel momento iniziarono i suoi guai. Stando agli addebiti della procura, che già ad ottobre scorso ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, offrì ai carabinieri 500 euro ciascuno per «compiere un atto contrario ai doveri del loro ufficio».

Ovvero, strappare le contravvenzioni elevate per guida in stato di ebbrezza. Di fronte al loro normale rifiuto, l’uomo però si sarebbe spinto oltre offendendo l’onore dei militari: «Siete uomini di... schiavi di questo Stato...», avrebbe riferito stando al capo di imputazione. Ieri la difesa ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. «Probabilmente questi ragazzi — spiega l’avvocato Patrizia Micai — avrebbero bisogno di un servizio pubblico. Quando una persona è fuori e si trova nell’incertezza di dover guidare, basterebbe un numero verde per chiamare un taxi, come ad esempio succede in tanti stati civili». I due militari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Alberto Bova e Alessandro D’Agostino.