Ferrara, 17 giugno 2014 - FERRARA sarà la città capofila della XV Giornata della cultura ebraica, in programma il prossimo 14 settembre. A confermare la notizia è Emanuele Ascarelli, direttore del dipartimento Relazioni esterne dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Per la città estense – sede di uno dei più antichi insediamenti italiani, del Meis (il Museo dell’Ebraismo e della Shoah) e della Festa del libro ebraico – si tratta di un riconoscimento di altissimo profilo, che tra l’altro arriva in un momento difficile, con la sinagoga ancora chiusa dopo il terremoto.

Per dare la misura di cosa sia la Giornata della cultura ebraica, basti pensare che all’apertura dell’edizione dell’anno scorso, a Napoli, era presente anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.Ogni anno, per ospitare la manifestazione, si candidano diverse città e stavolta la giunta dell’Ucei ha scelto Ferrara per la storia della presenza ebraica in città, una storia che viene da lontano e che risale ai tempi delle corti Estensi. Oggi è una piccola comunità, ma, come spesso ripete il rabbino Luciano Meir Caro, è vivace e vuole a tutti i costi sopravvivere.Alla Giornata della cultura ebraica partecipano ogni anno, ufficialmente, una settantina di località. Ufficialmente, perché poi magari ce ne sono ancora delle altre che sfuggono alla mappatura. Il tema del 2014 sarà “La donna nella cultura ebraica”, un argomento legato al concetto di “donna sapiens”.

L’organizzazione nazionale sta muovendo i primi passi e, come è facile capire, è molto complessa. Tutte le città partecipanti sono libere nel decidere cosa fare relativamente al tema, mentre a Ferrara sono previste mostre, conferenze, spettacoli, presentazione di libri, viaggi nella gastronomia, spazi aperti per confronti e dibattiti, e anche attività per bambini. Insomma, ci sarà tutto ciò che è utile agli «assaggi di cultura ebraica» come li definisce Emanuele Ascarelli. Da segnalare che quest’anno la Giornata della cultura ebraica sarà intersecata, nella sue attività, dalla manifestazione “Jewish and the City” a Milano e dal Festival della letteratura ebraica a Roma.

«ESPRIMO compiacimento per la scelta – commenta il rabbino Luciano Meir Caro –. Ferrara lo merita per l’importanza che ha avuto dal punto di vista culturale e per la vivacità che oggi la nostra pur piccola comunità dimostra. La designazione arriva in un momento critico, molti locali sono inagibili. Avere allora una maggiore visibilità a livello nazionale potrebbe stimolare, forse, un’accelerazione dei lavori. E’ questo il momento giusto e testimonia la nostra volontà di sopravvivere». Sullo stesso tono Riccardo Calimani, presidente della Fondazione Meis. «E’ una scelta molto opportuna, che getta un fascio di luce anche sul Meis e su quanto sia fondamentale la nascita di un museo nazionale che racconti ventidue secoli di storia. Conferma inoltre l’importanza della storia degli ebrei di Ferrara nella più generale storia degli ebrei italiani».

Pierfrancesco Giannangeli