Ferrara, coniugi uccisi. L’avvocato: "Riccardo è pentito e distrutto"

Parla il difensore del 16enne accusato insieme a un amico di avere architettato il duplice omicidio. Il punto sulle indagini e sul patto tra i due giovani

Riccardo con Salvatore Vincelli (Businesspress)

Riccardo con Salvatore Vincelli (Businesspress)

Ferrara, 13 gennaio 2017 - Convalida del fermo e misura della custodia nel carcere minorile: lo ha deciso il Gip del Tribunale dei minori di Bologna per il 16enne e il 17enne fermati per l'omicidio di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, padre e madre del più giovane dei due. Il giudice, dopo l'udienza di convalida, ha così accolto le richieste del pm Silvia Marzocchi per entrambi, che hanno confessato. I coniugi sono stati uccisi a colpi di ascia nella loro villetta di Pontelangorino di Codigoro, nella notte tra lunedì e martedì.

IL 16ENNE - “E’ distrutto e sta prendendo coscienza, è pentito. E’ una situazione drammatica, ha fatto fatica a dormire nonostante le gocce. E’ disperato”. Gloria Bacca, avvocato difensore di Riccardo, accusato insieme a un amico, dell’omicidio dei genitori, ha descritto lo stato d’animo del suo assistito al termine dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip del tribunale dei minorenni di Bologna. Il 16enne è al momento nel centro di prima accoglienza per minorenni del Pratello. “E’ un ragazzo che deve essere aiutato. Qui - ha sottolineato il legale - è il suo posto. Per quello che ha fatto dovrà  pagare e qui - ha concluso il difensore - ci sono servizi sociali, educatori, psicologi che lo aiuteranno a superare quello che è accaduto”.

IL 17ENNE - "Si è reso perfettamente conto di quello che è successo. E' sconvolto esattamente come lo sono i suoi genitori che non si aspettavano assolutamente una cosa di questo genere": l'avvocato Lorenzo Alberti Mangaroni Brancuti difensore di Manuel, il 17enne accusato, insieme al figlio delle due vittime, dell'omicidio In mattinata presso il centro di accoglienza del Pratello, a Bologna, c'era stato anche l'incontro tra l'adolescente ed i genitori. "I genitori - ha detto il legale - sono increduli. Parliamo di un ragazzo che proviene da una realtà assolutamente normale. Per loro è stato come un fulmine a ciel sereno. Non ci capacitano di come possa essere avvenuta una cosa cosi' grave. La famiglia non lo ha abbandonato cercheremo tutti insieme di fare questo percorso di recupero". L'avvocato ha poi spiegato che il 17enne ha ammesso le proprie responsabilità: "C'e' stata piena collaborazione con gli inquirenti fin da subito, non si e' mai nascosto dietro un dito". Per quanto riguarda l'ipotesi di una ricompensa economica come movente del duplice omicidio, il legale ha osservato: "Il movente che emerge riferito agli 80 euro secondo me è un po' debole, quindi, credo che ci sia bisogno di approfondire l'argomento con persone competenti dal punto di vista psicologico. Un accordo economico c'è stato ma sembra molto debole e paradossale, vorremmo approfondire questo aspetto". Infine "risulta una estemporaneita'" su quanto accaduto "non certo - ha concluso l'avvocato - una premeditazione di mesi prima".

LE INDAGINI - Le indagini scientifiche dovranno dare riscontri alle parole dei due minorenni. C'è il borsone che i due hanno abbandonato con vestiti e corde sporche di sangue. Corde che probabilmente dovevano servire per legare i piedi dei due cadaveri con pietre per poi gettarli in acque profonde, forse nel Po di Volano. Nel borsone c'erano anche un paio di scarpe Adidas 'Stan Smith' taglia 41. Il numero dei piedi del 17enne. Di quel numero ci sono impronte evidenti nella casa. Il 16enne porta il 45, i due coniugi uccisi avevano il 38 lei e il 42 lui. L'impronta della scarpa è anche sulla coperta del letto. Forse il 17enne è salito per scavalcare un corpo o per andarsene. Nel piano iniziale solo il più grande doveva fare tutto. Ma visto che non riusciva a spostare il corpo della donna ha poi chiesto aiuto al 16enne. Ma anche in due non sono riusciti a spostarla

Il corpo del marito era invece era nel garage: e c'è un motivo perché a fianco c'era l'Opel Corsa della famiglia parcheggiata con i sedili posteriori abbassati. Probabilmente il piano era di caricare i corpi sulla vettura per poi, appunto, gettarli nel fiume con due pesi ai piedi. Ma non ce l'hanno fatta, ripiegando malamente sul depistaggio verso la rapina in casa, mettendo i sacchi di plastica in testa alla due vittime.

IL PATTO  - Riguardo il compenso che il 16enne avrebbe dato al 17enne per commettere il duplice omicidio, si sarebbe trattato di un anticipo di 100 euro (di cui però il più giovane si sarebbe trattenuto 20 euro). Con la promessa successiva di altro denaro, a quanto pare non quantificato.