Ferrara, coniugi uccisi. Il figlio: "Mille euro se li ammazzi"

Questo l'accordo del 16enne con l'amico

Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, coniugi uccisi a Pontelangorino

Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, coniugi uccisi a Pontelangorino

Ferrara, 11 gennaio 2017 - Una piccola cifra già data, 80 euro, mille a cose fatte, promessi all'amico d'infanzia. Questo l'accordo tra ragazzi, stretto per compiere un omicidio su commissione. Il più giovane dei due, 16 anni, avrebbe pagato un amico di un anno in più per uccidere la madre e il padre, delitto che da tempo meditava, ma che non aveva il coraggio di compiere.

Il ristoratore Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45, sono stati massacrati nel sonno nella loro villetta di Pontelangorino, frazione di Codigoro, nella notte tra il 9 e il 10 gennaio a colpi di ascia.

Il figlio - secondo la ricostruzione dei carabinieri di Comacchio e Ferrara che hanno fermato i due giovani, con l'accusa di omicidio premeditato in concorso - avrebbe fatto entrare l'amico in casa, nella villetta a Pontelangorino. Quest'ultimo avrebbe invece compiuto il massacro con un'ascia, colpendo i genitori nel sonno, mentre lui era in un'altra stanza: dopo lo avrebbe aiutato a trascinare i corpi, nel tentativo di farli sparire in un canale, i volti nascosti sotto a dei sacchetti di plastica.

Ma la situazione è risultata più difficile del previsto e l'arrivo del giorno ha fatto cambiare i piani: alla fine è stato il sedicenne a dare l'allarme ai carabinieri, dicendo di essere appena tornato da casa dell'amico dove aveva passato la notte. Ma le versioni dei due minori era iniziata subito a vacillare.

Nella notte, l'interrogatorio fiume: a cedere per primo è stato proprio l'amico, definito più 'sensibile', che ha fatto anche ritrovare agli inquirenti in un canale vicino l'arma del delitto e i vestiti insanguinati.

Movente del delitto, i dissidi familiari: continui i litigi tra il 16enne e la madre per come conduceva la sua vita e per il suo andamento negativo a scuola. Ma in serata il procuratore capo Bruno Cherchi ha tenuto a precisare: "Il movente non è chiaro, e non è ancora stato individuato".

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