Sicurezza, "Militari? Non al Giardino, più continuità ai controlli"

L’assessore Aldo Modonesi: "Nessun diktat da Roma"

Alcuni militari dell’operazione‘ Strade sicure’ (archivio Ansa)

Alcuni militari dell’operazione‘ Strade sicure’ (archivio Ansa)

Ferrara, 14 settembre 2017 - Esercito? Sì, ma non al Gad. Portavoce dell’idea che si è fatta la giunta sull’impiego dei militari di ‘Strade sicure’ è l’assessore alla sicurezza Aldo Modonesi.

Assessore, arrivano i nostri. Che ne farete dei militari?

«Al comitato ordine pubblico di venerdì chiederemo di non impiegarli in Gad, ma su altri obiettivi ‘sensibili’».

Tipo?

«Meis e centro storico. Il punto è tenere liberi poliziotti e carabinieri per l’operazione ‘Martellamento’ al Giardino».

Per quanto rimarranno?

«La nostra idea è dare continuità all’operazione ‘Periferie sicure’. Ma per farlo servono uomini. Il capo della polizia si è impegnato a mandare rinforzi con le assunzioni di aprile. I militari avranno il ruolo di ‘ponte’».

Il Comune cosa farà?

«Faremo la nostra parte fino in fondo. Continueremo con i controlli e faremo uno sforzo in più sul fronte degli affitti abusivi».

Fino a poco tempo fa l’arrivo dell’esercito era fumo negli occhi per giunta e Pd. Cosa è successo?

«Siamo di fronte a una città che sta cambiando. Quindi anche l’approccio alla sicurezza urbana deve mutare. C’è una forte tensione con richieste trasversali di sicurezza. Se non si è capaci di interpretare questo bisogno si sfocia nel populismo».

Pensate di aver saputo leggere questo malcontento?

«In tutta onestà, se c’è qualcuno nel Pd che può dire di non aver scoperto il tema sicurezza oggi, quello sono io. Dieci anni fa avevamo i vigili a cavallo. Oggi abbiamo 65 telecamere di sorveglianza e l’unità cinofila».

A proposito... e i cani?

«Hanno finito la prima fase di addestramento e da qualche giorno stanno facendo controlli tra il centro e il Giardino».

Torniamo all’esercito. Una svolta per la città?

«Con un po’ di sano realismo, non ci vedo nulla di male. Se avessimo aspettato i rinforzi in primavera, ‘Periferie sicure’ sarebbe stato uno spot».

Non la pensano tutti così, soprattutto a sinistra. E le ricordo quanti dissero «mai l’esercito a Ferrara».

«Posizioni legittime. Ricordiamo però che non ci sarà una militarizzazione della città. Sono dodici uomini che liberano risorse per altre attività».

A molti è sembrato un diktat dall’alto. Non è che da Roma hanno preso le redini per togliervi le castagne dal fuoco?

«Non è stato un fulmine a ciel sereno. Avevamo parlato della necessità di un cambio di marcia sia col ministro Dario Franceschini che con Alessandro Bratti (deputato dem, ndr)».

Quando lo avete saputo?

«Tra lunedì e martedì. Negli ultimi giorni c’è stata una accelerazione».

Palaspecchi, Carife ed esercito. I maligni sostengono che l’agenda Pd sia dettata dalla Lega.

«Dialettica politica da periodo pre-elettorale. Non scimmiottiamo né prendiamo lezioni da nessuno. La differenza tra chi urla via Facebook e chi porta a casa i risultati è chiara a tutti».

Com’è il Gad oggi?

«È stata un’estate pesante, con episodi di criminalità quasi quotidiani. C’è una contrapposizione tra gruppi, con un tentativo di allargare il mercato al centro».

E tra qualche anno?

«Ho un sogno: valuterò la disponibilità delle associazioni di categoria a ‘occupare’ il quartiere con attività commerciali. In cambio, il Comune potrebbe fornire risorse per il primo anno di affitto. La sicurezza passa infatti per un mix di controllo, riqualificazione e mediazione».