Gad, le vigilesse scacciate dai pusher diventano un caso politico

Il Sulpm: ‘I nostri dirigenti sottovalutano i rischi che corriamo, manca un addestramento adeguato’

VIGILESSE-D_WEB

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Ferrara - 16 giugno 2016- Sbeffeggiate e scacciate a male parole dai giardini del Grattacielo perché facevano il loro dovere martedì scorso. La ‘colpa’ delle due agenti di polizia municipale aggredite verbalmente durante un servizio di pattugliamento in bicicletta al quartiere Giardino era solo quella di aver invaso il territorio di chi ormai si sente padrone e intoccabile.

Monica Galliani, dirigente provinciale del Sulpm, il sindacato della polizia municipale, che idea si è fatta dell’episodio accaduto alle sue colleghe al Grattacielo?

«Che da parte dei dirigenti e dei nostri referenti politici non c’è la percezione dell’effettivo pericolo che incontriamo sul luogo di lavoro. Che, sottolineo, non è l’ufficio, ma il territorio. La strada».

Le due poliziotte si sono allontanate dopo essere state aggredite verbalmente da uno straniero staccatosi dal ‘branco’. Hanno agito correttamente?

«In quel contesto è stata una scelta intelligente. Ma i nostri vertici devono capire che queste situazioni esistono e noi non possiamo esimerci dell’intervenire. Ricordiamo che sì, siamo dipendenti comunali, ma sulla nostra divisa c’è la scritta ‘polizia’».

Ma è accettabile che due agenti scappino mentre sono in servizio?

«In quella situazione è stato il male minore. Avrebbero potuto finire entrambe all’ospedale. Il problema è a monte».

In che senso?

«Se è vero che il quartiere Giardino è una zona ’calda’ e si vuole evitare che una pattuglia formata da due unità si trovi in difficoltà e debba ripiegare, o non si fa quel tipo di servizio oppure si attua un intervento strutturato, in modo da garantire sia l’incolumità del cittadino sia quella dell’agente».

Cosa vi manca?

«Un’adeguata preparazione psicologica e materiale, oltre a una strumentazione all’altezza degli interventi che ci vengono richiesti».

A Ferrara i suoi colleghi hanno il bastone distanziatore.

«Come tutti gli strumenti è efficace se chi lo deve usare è preparato. Bloccare un’aggressione può essere un compito arduo, soprattutto se si è in due e senza un veicolo. Non dimentichiamo che questi malviventi hanno poco da perdere e sono mentalmente pronti all’eventualità dello scontro».

In molti si chiedono, ‘se scappano i poliziotti, noi cosa dovremmo fare?’. Avete paura quando operate in certi contesti?

«Non è una questione di timore o incoerenza con il proprio ruolo lavorativo. Il problema è che siamo meno formati riguardo alle situazioni di conflitto rispetto ad altre città. E questo è inaccettabile visto che siamo in un capoluogo e lavoriamo fino a notte inoltrata».

Pensa che a Ferrara la Municipale dovrebbe avere la pistola d’ordinanza?

«Avrebbe una certa efficacia, sia psicologica che di deterrenza. Ma è una decisione che spetta al consiglio comunale».