Ferrara, lutto in casa Franceschini. È morta mamma Gardenia

Si spegne uno dei simboli dell’Italia riconciliata

DOLORE È spirata all’ospedale di Cona, dove era ricoverata da una decina di giorni Gardenia Gardini. Era nata il 7 giugno del 1933

DOLORE È spirata all’ospedale di Cona, dove era ricoverata da una decina di giorni Gardenia Gardini. Era nata il 7 giugno del 1933

Ferrara, 18 gennaio 2018 - Appena cinque giorni fa, agli amici con cui manteneva un’affettuosa confidenza fatta di messaggi via social, aveva inviato il video della commemorazione del marito Giorgio, scomparso il 13 gennaio di cinque anni fa. Ieri, per l’aggravarsi repentino della malattia che non le aveva tolto comunque la grinta e l’arguzia, è stata invece lei a spegnersi, circondata dall’affetto dei figli e dei familiari. Gardenia Gardini, mamma del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e della scultrice Flavia, è spirata all’ospedale di Cona, dove era ricoverata da una decina di giorni.

Nata il 7 giugno del 1933, Gardenia Gardini è stata l’esempio, come ha rivelato anni fa il figlio Dario al giornalista Giampaolo Pansa, «dell’Italia riconciliata»: lei, giovanissima figlia di un’ex podestà, poi entrato nella Repubblica di Salò, che a 21 anni, interrompendo per amore gli studi di Giurisprudenza, è andata in sposa a Giorgio Franceschini, partigiano cattolico e tra i primi parlamentari ferraresi degli anni ‘50. Una coppia legatissima, unita dall’amore per i due figli (e in seguito, per un’animata batteria di nipoti), ma anche da interessi culturali e dall’amore per i viaggi, per teneri e curiosi video di famiglia, e soprattutto per Ferrara, città del cuore. Deputata, oltre che a moglie di deputato, al ruolo di madre, Gardenia non ha mai rinunciato ai propri interessi: già adulta, ha conseguito il diploma di guida turistica e ha avuto anche incarichi di rilievo nazionale nell’associazione di categoria, organizzando anche viaggi di studio.

Donna di rara intelligenza, di ironia raffinata, ha sempre seguito le sorti politiche del figlio Dario con affetto, tenerezza ma senza lesinare, pur nella cerchia ristretta degli amici, qualche battuta vivace. Se il marito Giorgio, appassionato bibliofilo, era il punto di riferimento intellettuale, a lei figli e nipoti dovevano soprattutto la caparbietà. Sino all’ultimo, non ha distolto lo sguardo dai suoi amori: la ginkobiloba che la rallegrava dalla finestra, i fiori del bel giardino che confina con la palazzina Marfisa, le recensioni di mostre e spettacoli. I funerali si terranno oggi, dalle 14, nel tempio della Certosa, e saranno officiati da padre Orazio, amico personale e della famiglia Franceschini.