Caccia al killer, ecco la tana dove Igor si è rifugiato / FOTO e VIDEO

Argenta, il racconto choc di Mauro: "I cinofili non andavano più via" Igor, 'ombra in fuga' da un mese: 1200 uomini lo cercano

Il giaciglio di legna dove si è rifugiato Igor (foto Businesspress)

Il giaciglio di legna dove si è rifugiato Igor (foto Businesspress)

Ferrara, 29 aprile 2017 - «Igor è stato proprio qui, guardi...». Mauro Calzolari alza gli occhiali da sole e indica una catasta di legna vecchia in un angolo del suo giardino in via Beccara Vecchia, Argenta. Una casa graziosa sotto l’argine del Reno, dove Mauro e la moglie vivono da oltre 24 anni. «Il venerdì di Pasqua, quando sono passato a tagliare l’erba con il decespugliatore, era tutto in ordine, poi...».

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Poi?

«Ho trovato quel pertugio».

Esattamente quando se ne è accorto?

«Giovedì scorso, il 20».

E che cosa ha fatto?

«Ho chiamato mia moglie, inizialmente ho pensato potesse essere una cavolata. Insieme poi abbiamo deciso di chiamare subito i carabinieri».

I quali sono arrivati in massa, giusto?

«Quattro pattuglie, i Tuscania, più i cani molecolari. Speravo non fiutassero niente, invece mi sbagliavo».

Gli inquirenti che hanno detto?

«Che in quella tana c’era stato Igor. Pensano sia stato un rifugio d’emergenza dove vi avrebbe riposato qualche ora, forse proprio a ridosso del giorno di Pasqua e Pasquetta. Sono rimasti a controllare dalle 19 a mezzanotte e mezza».

I cani cosa hanno fiutato?

«Prima è stato portato un primo cane al guinzaglio, dopo un’ora il secondo. Entrambi hanno fiutato tracce del fuggitivo, continuavano a stare qui. Poi si sono spostati lungo l’argine e hanno fiutato un’altra tana».

Dove esattamente?

«Proprio accanto al fiume, in mezzo al canneto, duecento metri da qui. Lì è stato trovato il secondo luogo, considerato una sorta di letto».

I militari ne erano certi?

«Certissimi. Me lo hanno confermato più volte».

Tutta questa è zona rossa?

«Sì, ed è vergognoso che non sia mai stata vietata la pesca in questi giorni di ricerche».

Pesca?

«Sì, qui è sempre pieno di stranieri. Il 25 aprile non le dico quanti erano. Qualcuno di loro potrebbe averlo aiutato».

Da quanto tempo c’è quella catasta di legna?

«Quattro anni. L’avevo fatta potando gli alberi del giardino».

E quel buco tra i rami secchi non c’è mai stato.

«No, glielo assicuro».

Marmorta quanto dista da qui?

«In linea d’aria tre chilometri».

Siete i soli ad abitare in questa zona?

«No, tre famiglie ma nessuna si è accorta di nulla».

Nemmeno i suoi due cani corsi (Kinga e Leon)?

«Di sera alle 21.30 li chiudo in casa. Sono il nostro allarme».

Ma in quella catasta non hanno mai fiutato nulla?

«Se anche l’avessero fatto non mi sono accorto di niente».

Ora ha paura?

«Secondo lei? Certo. Quando esco alle 4,45 a prendere l’auto per andare al lavoro, sto più attento. Ma non abbiamo cambiato modo di vivere, non lo vogliamo. C’è paura, ripeto, ma dobbiamo continuare a fare le cose di sempre. Sperando...».

Che cosa?

«Che possano prenderlo il prima possibile».