Igor, si indaga sulla rete di complicità / VIDEO e FOTO

Continua la caccia. Tante segnalazioni. Un contadino: "Era qui. Ho visto l’arma"

I reparti speciali dei carabinieri impegnati nella caccia al killer di Davide Fabbri (Budrio) e Valerio Verri (Portomaggiore)

I reparti speciali dei carabinieri impegnati nella caccia al killer di Davide Fabbri (Budrio) e Valerio Verri (Portomaggiore)

Ferrara, 16 aprile 2017 - Igor il serbo è ovunque e in nessun luogo. Tutti lo vedono, ma sembra imprendibile. Gli avvistamenti si accavallano, ma finora si sono rivelati tutti un buco nell’acqua dietro l’altro. Una chiamata arriva da Rimini. «Correte, è qui». Ma è un falso allarme. L’ennesimo. Poi, ancora, da un podere tra Sant’Antonio e Molinella (nel Bolognese), dove un agricoltore dice di averlo visto correre verso un fosso, fermarsi e poi gettarsi in una macchia d’alberi. Alla cintura, una delle due pistole, quella argentata. Ma anche in questo caso i controlli non danno esiti. Viene segnalata addirittura una chiesa sconsacrata nella quale il latitante si sarebbe nascosto. Una segnalazione arriva anche dal boschetto Spada, all’altezza di Torbiera, dove una pattuglia della polizia provinciale nota una persona che gironzola con uno zainetto in spalla. Gli agenti lo invitano a fermarsi, con tutte le dovute cautele, in attesa dei carabinieri. I militari lo perquisiscono e si assicurano che nello zainetto non abbia armi. Alla fine viene identificato come un polacco senza documenti e che non parla una sola parola di italiano. Anni luce dall’evanescente Norbert.

Nella cosidetta ‘zona rossa’, le segnalazioni si sprecano. Soprattutto da ieri mattina quando, complice l’arrivo del weekend festivo, i canali si sono riempiti di pescatori, molti dei quali dell’Est Europa. Alcuni seduti sulle sponde con le canne da pesca in mano, altri stesi sui prati o indaffarati a preparare un po’ di carne alla griglia. Un via vai che ha insospettito i residenti, già provati da una settimana di caccia all’uomo. Molte delle persone che affollano gli argini, soprattutto nella zona di Marmorta, vengono controllate e, se necessario, allontanate. Nessuno di loro però, a quanto emerge, ha a che fare con il fuggitivo. La caccia continua insomma, sia sul campo che nelle ‘retrovie’.

Mentre i reparti speciali rivoltano le valli tra Argenta e Marmorta come un guanto, gli inquirenti continuano a battere anche su fronti meno ‘appariscenti’. Non ultimo, quello dei possibili complici o fiancheggiatori del super ricercato. Si fa sempre più concreta, infatti, l’ipotesi che Feher possa essere stato aiutato nella sua fuga. I tasselli del puzzle parlerebbero infatti di una situazione un po’ più articolata rispetto all’idea iniziale del bandito solitario. Un primo indizio in questo senso, sono le telefonate. Telefonava il bandito che ha preso a fucilate la guardia giurata di Consandolo (episodio però al momento non formalmente contestato al serbo, anche se i sospetti non mancano). Telefonava Igor la sera della mattanza del Mezzano, mentre passava per Consandolo al volante del Fiorino. Chi chiamava? La soluzione di questo rebus potrebbe essere la chiave per arrivare all’assassino. Gli inquirenti, nel più stretto riserbo, stanno tenendo d’occhio una serie di persone. Oltre ad aver sentito i complici ‘storici’, oggi in carcere per l’omicidio di Pier Luigi Tartari, stanno girando intorno ad alcune persone che potrebbero aver favorito la sua latitanza. Una rete di conoscenze, tra la città e il Medio Ferrarese, che potrebbe sapere su Igor molto più di quanto non voglia far credere.