Bondeno, incidente in moto, muore a 16 anni sotto gli occhi della madre

Addio a Nicholas Solieri. I soccorritori hanno tentato di rianimarlo per 40 minuti ma purtroppo per il giovane non c'è stato nulla da fare

Nicholas Solieri, morto a 16 anni in uno schianto in moto a Bondeno

Nicholas Solieri, morto a 16 anni in uno schianto in moto a Bondeno

Bondeno (Ferrara), 23 luglio 2017 - Hanno provato a rianimarlo fino all’ultimo istante. Hanno messo in atto tutto quello che stabilisce il protocollo sanitario. Non si sono arresi mai i medici del 118 e dell’elisoccorso, arrivato dall’ospedale Maggiore di Bologna. Sotto il sole, aggrappati a qualsiasi soffio di vita e di speranza, hanno tentato di rianimarlo per oltre quaranta minuti (FOTO), mentre i primi automobilisti ad arrivare sul luogo, tentavano di proteggere il corpo e i sanitari con un telo. Ma non ce l’ha fatta Nicholas Solieri. E’ morto ieri, sulla strada provinciale che collega Bondeno a Stellata, all’incrocio con il supermercato Eurospin.

Aveva solo 16 anni e amava le moto. Era alla guida della sua Ktm Duke 125, arrivatagli solo da un mese. Nicholas arrivava da Bondeno; improvvisamente, per cause ancora in corso di accertamento e che emergeranno solo dai rilievi della Polizia Municipale di Sant’Agostino e Poggio Renatico, si è scontrato con la Citroen C3, guidata da una giovane di Bondeno, V.C. di 21 anni, che stava uscendo dall’incrocio del supermercato. Dal racconto dei testimoni, pare che il ragazzo avesse appena effettuato un sorpasso. Un impatto tremendo, devastante. La moto a terra, le ferite, il corpo inerme. I tentativi incessanti dei soccorritori.

Solo alle 14, il lenzuolo bianco ha ricoperto la salma e l’elisoccorso ha dovuto ripartire vuoto. Il corpo è stato portato a Ferrara a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre l’auto e la moto sono state posti sotto sequestro. C’è un tempo della morte, che documenta il dramma della vita dei genitori e che non ha parole per essere raccontato. La madre Simonetta Mazzoni, che vive con il figlio a Borgo Dazio, è arrivata pochi istanti dopo la tragedia. Nessuno poteva avvicinarsi al luogo dell’incidente. Neppure lei. I sanitari dovevano operare in sicurezza, con determinazione, per fare tutto il possibile. Disperata, in lacrime, tra le grida e la dignità di una madre, ha atteso sotto il caldo sole di luglio aggrappata all’ultimo filo di speranza. Fino a quando ha visto il lenzuolo bianco distendersi sul corpo del figlio, che non potrà riavere mai più.